A due anni e mezzo di distanza dalla catastrofe soprannominata Marea Nera, in cui la piattaforma petrolifera della BP disperse milioni di barili di petrolio in mare, arriva la conferma di un sospetto che venne a molti sin da allora: la soluzione è stata peggiore del problema. Ma facciamo un passo indietro. All’epoca per evitare quelle terribili immagini in cui gli animali rimanevano invischiati in questa melma nera, i tecnici della BP ebbero la brillante idea di sversare in mare litri e litri di disperdenti chimici.
Si tratta di prodotti, anch’essi derivati dal petrolio, che servono per rompere le molecole e far disperdere il petrolio nell’oceano, in modo da ridurre i disagi. Peccato che questi agenti siano peggiori del petrolio stesso. Si stima che siano stati gettati in mare circa 7 milioni e mezzo di litri di disperdenti chiamati Corexit 9527A e 9500A. Una quantità abnorme che, legata col petrolio, ha aumentato la sua pericolosità di 52 volte.
Vi è una interazione sinergica tra il petrolio greggio e il disperdente che lo rende più tossico. Diventa più tossico per la catena alimentare planctonica
ha spiegato Terry Snell, coautore dello studio pubblicato su Environmental Pollution, e biologo della Georgia Tech University. L’unico risultato che si è ottenuto è rendere meno visibili le gocce di petrolio all’occhio umano. Ma per gli animali marini è stato un duro colpo. Questa miscela, spiegano gli scienziati, ha raso al suolo la base della catena alimentare marina, e cioè le uova ed i sedimenti del suolo.
La somma è peggiore delle sue parti, ha affermato Ian MacDonald, ricercatore della Florida State University che ha calcolato un calo nella popolazione del plancton che può avere conseguenze nella catena alimentare terribile, risalendo sempre più su fino ad animali decisamente più visibili come le balene. Viene così smontata la teoria dell’EPA che aveva invece affermato che la pericolosità del petrolio, con o senza i disperdenti, rimaneva la stessa. L’obiettivo era far sparire quella chiazza nera dal Golfo del Messico, ma le sue conseguenze non spariranno con la stessa velocità.
[Fonte: Livescience]
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