Immaginate di essere i responsabili del peggior disastro ambientale della storia americana. Immaginate che Henric Svanberg, uno dei vostri collaboratori, se la stia spassando su uno yacht in compagnia della sua amante mentre si lotta contro il tempo per arginare una fuoriuscita di petrolio che è costata la vita a 11 uomini, morti nell’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon.
Immaginate di aver messo in ginocchio l’economia incentrata su pesca e turismo di centinaia di località costiere del centro America. Immaginate di aver distrutto l’ecosistema di una delle oasi naturaliste (in Louisiana) di pellicani più preziose al mondo. Immaginate di aver ucciso delfini, pesci, bruciato vive tartarughe perché i soccorsi degli animalisti intralcerebbero gli incendi controllati.
Immaginate di essere responsabili dei grumi di petrolio che si annidano sotto i piedi dei bambini che giocano sulle spiagge della Florida. Immaginate di aver stanziato milioni di dollari per una campagna pubblicitaria volta a rifarvi la faccia ingannando il mondo, ritoccando fotografie o vietando la diffusione delle immagini, inviando falsi reporter per diffondere notizie rassicuranti sulle operazioni di soccorso.
Immaginate di aver autorizzato, o comunque non impedito, la disattivazione dell’allarme sulla piattaforma le settimane precedenti al disastro per evitare che suonasse di notte, provocando false allerte. Immaginate di aver risparmiato sui costi e sui tempi di realizzazione delle misure di sicurezza della piattaforma per iniziare a trivellare prima.
Immaginate di aver stretto accordi per trivellare in Libia, in pieno Mediterraneo, scendendo a patti con Gheddafi e facendo liberare il terrorista libico, Al-Megrahi, responsabile della strage di Lockerbie.
Immaginate di essere il direttore generale della British Petroleum, Tony Hayward, e di dover rispondere di tutto questo. Pensate che non sia una bella posizione, vero? Vi sbagliate.
Ora immaginate di dimettervi dai vertici della BP, e di ricevere, per il vostro buon lavoro, non il calcio nel sedere che aveva promesso Obama ai responsabili ma ben 14 milioni di euro di liquidazione, tra pensione, clausole rescissorie, buonuscita. Senza che i danni inestimabili provocati dalla marea nera siano stati ancora ripagati. Hayward si era assunto le sue responsabilità, è vero, ma aveva anche dichiarato di rivolere la sua vita indietro, senza alcun rispetto per le vittime del disastro.
Ora che riceverà più di un milione di euro, pari ad un anno di stipendio, perché la BP ha sciolto prima il contratto, e una pensione di circa 600.000 sterline (716.000 euro all’anno), potrà tornare alla sua vita. Al suo posto da ottobre ci sarà Bob Dudley, il dirigente più anziano della compagnia, dettaglio non da poco: americano.
Prima di ritirarsi a godersi i suoi sporchi soldi, Hayward andrà ad offrire il suo prezioso know how su come si gestisce una piattaforma petrolifera in Russia, come direttore non esecutivo di “Tnk-Bp“, la joint venture russa della compagnia britannica.
Nexso 29 Luglio 2010 il 4:22 am
Più mi informo (grazie ad Internet) dello schifo totale che fa il mondo e più non vedo l’ora di morire. E io conosco realtà ben peggiori di quelle descritte in questo articolo. Invidio tantissimo l’idiozia di tante persone. Almeno loro non soffrono. Se il Buddha fosse vivo adesso, non credo che riuscirebbe a sorridere contenendo dentro di sé la felicità e (l’enorme) tristezza di questo pianeta.