Ancora sul nucleare italiano. E’ dei giorni scorsi la notizia dell’avvenuta realizzazione (subito secretata) della mappa dei siti papabili ad accogliere le scorie radioattive, con annesso parco tecnologico, e montagne di denaro, ma la polemica non si arresta e continuano ad arrivare reazioni dal mondo dell’associazionismo e dalla politica, in particolar modo dalle Regioni più interessate dalle bandierine della Sogin, che ricordiamo è la Società che si occupa delle gestione degli impianti nucleari, incaricata dal Governo di stilare le aree più idonee ad ospitare il materiale radioattivo.
Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, ha chiesto nei giorni scorsi al Governo che l’elenco delle aree prescelte sia reso pubblico, onde evitare una Scanzano Ionico bis e ha riferito di trovare i risvolti dell’intera vicenda
francamente inquietanti, a cominciare dal blocco della divulgazione delle località chiesto a Sogin dal ministro dello Sviluppo economico.
Che ricordiamo in questo momento di crisi politica essere il premier Silvio Berlusconi, con incarico ad interim.
Dal canto suo, Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo economico, fa sapere che la mappa deve essere prima valutata dall’Agenzia per la sicurezza nucleare, agenzia che, ci teniamo a sottolineare, ancora non c’è e che doveva occuparsi di stabilire i criteri di selezione insieme all’Aiea, l’Agenzia internazionale dell’energia atomica. Mancando l’Agenzia, la lista è stata quindi realizzata basandosi semplicemente sui parametri dell’AIEA, ovvero sul costrutto strati a Gis, incrociando le mappe dei diversi criteri, tra cui figurano la stabilità del suolo, la non sismicità e la bassa densità di popolazione, e individuando come idonee le zone in cui rimangono dei buchi.
E non poteva mancare la reazione di tre tra le Regioni più presenti sulla mappa: la Puglia, la Basilicata e la Toscana.
Nichi Vendola, governatore della regione Puglia fa sapere:
Noi lotteremo in generale contro la follia del nucleare, qui in Puglia avranno la più civile, pacifica e partecipata reazione popolare della storia pugliese.
Vito De Filippo, presidente della Basilicata, chiede di
evitare quella che sembra essere diventata una triste roulette russa sull’allocazione del deposito per le scorie nucleari e per il quale attendiamo un’affermazione chiara da parte di chi ha la responsabilità di guidare questo Paese: che nulla verrà fatto senza la condivisione dei territori interessati.
La Maremma non si tocca per Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, che da Facebook tuona:
Mi opporrò ad ogni ipotesi di nucleare. No grazie, la Maremma avrà turismo, agricoltura e un distretto per le energie rinnovabili.
Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, qualche giorno fa, aveva dichiarato che il nucleare non si sarebbe realizzato senza il consenso del territorio e che non si sarebbe ricorso alla militarizzazione dei territori interessati. L’unica alternativa a queste due opzioni rimane comprarlo il consenso e non dubitiamo che questo avvenga, considerati i lauti incentivi statali previsti per le Regioni ed i Comuni, ospitanti le centrali ed i siti di smaltimento delle scorie. Ma il prezzo più alto, quello, lo pagheranno i cittadini ed il territorio, e non ci saranno incentivi né sconti che tengano: la salute e la sicurezza pubblica hanno un valore inestimabile che non può essere messo a repentaglio, costi quel che costi in bolletta.
[Fonte: Ansa Ambiente&Energia]
[Foto:laterzavendola.altervista.org]