Quante sono le centrali nucleari nel mondo? Da quando è accaduto il disastro di Fukushima questa è una delle domande più frequenti che la gente si pone. La risposta è 443 (comprese quelle giapponesi danneggiate), sparse più o meno equamente tra continente americano, europeo ed asiatico, con appena 2 centrali in Africa (entrambe in Sudafrica) e nessuna in Oceania.
Ma la domanda che sarebbe più giusto porsi è: quanta energia effettivamente produce tutta questa energia nucleare? Bè, dire poco è essere generosi. Se infatti escludiamo la Lituania che prende il 76,2% della sua energia dalle vicine centrali dei Paesi dell’ex Unione Sovietica, e la Francia che ne ricava il 75,2%, nel resto del mondo l’atomo produce quantità risibili di energia, nonostante il gran numero di centrali.
Un esempio? Le 104 centrali americane producono appena il 20,2% dell’elettricità statunitense, mentre le 13 centrali cinesi ne producono appena l’1,9%. Insomma, se non fosse per l’idroelettrico ed il carbone, oggi il colosso cinese sarebbe quasi al tempo del medioevo. Basti pensare soltanto alla diga delle Tre Gole che da sola copre quasi il doppio dell’energia prodotta dalle 13 centrali nucleari messe insieme.
Risulta dunque incredibile che siano presenti oltre quattrocento potenziali bombe atomiche (a parte quelle vere) sparse su tutto il territorio mondiale, nonostante non forniscano nemmeno un quinto dell’energia elettrica necessaria. Ed i Governi cosa fanno? Anziché puntare su altre fonti energetiche, decidono di puntare ancora una volta sull’atomo.
Prima della catastrofe di Fukushima c’erano 62 centrali in costruzione e ben 324 in fase di progettazione, per un totale di 77 nella sola Cina. Di certo non avrebbero cambiato molto la situazione energetica mondiale, se non in peggio, visto che oltre ai pericoli derivanti dai terremoti e dagli altri fattori, ci ritroveremmo con montagne di rifiuti radioattivi da smaltire, senza sapere come. Nessuna delle quasi quattrocento centrali future sarà infatti di quarta generazione, cioè quelle che (dicono) non produrranno rifiuti, e quindi il problema non solo non verrebbe risolto, ma sarebbe ulteriormente aggravato.
L’Italia per fortuna non risulta ancora tra le nazioni che programmano qualche centrale, e speriamo che il suo nome non verrà mai aggiunto alla lista. Per chi vuol consultare queste interessanti mappe interattive, può visitare il sito di climate central.
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[Fonte: Climatecentral]
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