Il taglio al comparto delle rinnovabili ipotizzato ieri non ci sarà. Lo hanno annunciato fonti ministeriali che hanno reso nota la volontà del Ministro Tremonti di stralciare per ora la questione che riguarda i finanziamenti. Ma facciamo un passo indietro e vediamo a cosa si riferiva questo famigerato taglio alle rinnovabili.
La proposta ricalca quella che il Ministro Calderoli ideò qualche mese fa e cioè, dopo che si era deciso che i prelievi dalle bollette energetiche non potevano più andare a finanziare il nucleare bocciato dai cittadini nel referendum, il Ministro per la Semplificazione chiese che i cittadini non pagassero più tutta questa “grande cifra”, in modo da alleggerire le bollette.
In realtà si trattava di una mossa puramente demagogica perché a fronte di un taglio del 30% ai fondi per le rinnovabili (diversi milioni di euro), il risparmio per i cittadini sarebbe arrivato a pesare appena il 3% sulla bolletta, cioè 2-3 euro. In pratica non se ne sarebbe accorto nessuno, tranne chi lavorava nel campo delle rinnovabili, che si sarebbe ritrovato senza un bel gruzzolo.
Ma tornando alla proposta, dopo che i ministri Romani e Prestigiacomo (rispettivamente Sviluppo Economico e Ambiente) si opposero al taglio, non se ne parlò più, fino a ieri quando, in sede di presentazione delle proposte per risanare il debito dell’Italia ed evitare il fallimento, ecco che questo taglio è rispuntato fuori. Oggi però, al momento della conferenza stampa di presentazione del testo licenziato dal Consiglio dei Ministri, di tutto ciò non c’è più traccia, segno che il comparto è momentaneamente salvo.
Il motivo di questo stralcio non si conosce, potrebbe darsi che non era pertinente dato che non c’era nessun esborso da parte dello Stato visto che il fondo era prelevato dalle bollette pagate dai cittadini, o forse il taglio sarebbe stato talmente iniquo per le finalità della manovra che i danni sarebbero stati maggiori dei benefici. Fatto sta che almeno per adesso non se ne parla più, anche se i lavoratori del comparto non possono dormire sonni tranquilli visto che i finanziamenti alle rinnovabili continuano ad essere nel mirino del Governo ogni volta che c’è bisogno di soldi.
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