Nella storia ha sempre piovuto, a volte ha anche diluviato come accaduto a Roma nei giorni scorsi, ma è capitato molto raramente che un acquazzone ammazzasse della gente. E’ accaduto nella Capitale (e non solo) giovedì scorso, è accaduto in tante parti d’Italia nei mesi e negli anni precedenti, e tutto questo non è da imputare solo al caso o alla fatalità, ma a delle politiche di sfruttamento del suolo insensate e senza scrupoli. A lanciare l’allarme è Legambiente, che si dice addolorata per i tragici eventi dei giorni scorsi, dovuti ad eventi atmosferici “non eccezionali”.
Ed è proprio questa non eccezionalità a far paura, visto che se si tratta di episodi ordinari, potrebbero ripetersi. Anche con gli stessi risultati.
Temporali come questi sono sempre più frequenti e occorre mettere in campo una seria politica di prevenzione che impedisca queste tragiche conseguenze. Ribadiamo ormai da anni l’assoluta necessità di prevenzione e l’urgenza di una gestione corretta del territorio che metta al primo posto la sicurezza dei cittadini coniugandola alla tutela ambientale. E’ assurdo, infatti, che si spendano miliardi di euro per risanare i danni causati da emergenze idrogeologiche prevedibili e previste. Ma nostri ripetuti appelli, purtroppo, come quelli di molti esperti, continuano a rimanere inascoltati. E mentre l’Italia va in tilt con le prime piogge autunnali siamo sgomenti nel sentire questo Governo proporre per l’ennesima volta un condono edilizio
ha inveito Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, il quale denuncia la diffusa illegalità in cui versa questo Paese, in cui si costruisce senza licenza edilizia tanto poi si sa che arriva il condono. Secondo i calcoli di Legambiente, ogni anno l’illegalità consuma 500 chilometri quadrati di suolo, e poi non ci dobbiamo stupire quando una montagna viene giù o con due gocce d’acqua le strade si trasformano in piscine.
Un’attenta riqualificazione delle aree urbane, interventi di delocalizzazione dei beni esposti a frane e alluvioni, la tutela dei corsi d’acqua, insieme a un impegno costante di manutenzione ordinaria del territorio. Ma soprattutto un deciso stop alla cementificazione delle aree agricole e naturali che sta stravolgendo l’assetto idraulico del Paese e contribuisce in modo determinante ad aumentare la sua fragilità.
E’ questo che per Cogliati Dezza serve all’Italia per evitare altre tragedie come quelle dei giorni scorsi, anche se purtroppo sappiamo che non saranno le ultime.