Da anni il Governo delle Maldive sta facendo sentire la propria voce in merito al problema dei cambiamenti climatici. Molte di queste isole che per noi sono un Paradiso in Terra rischiano di sparire a causa dell’innalzamento del livello dei mari. La battaglia che però ora sta portando avanti riguarda la tutela delle specie marine. A causa dei metodi di pesca sconsiderati che stanno riducendo gli stock ittici in tutto il mondo, i pesci negli oceani sono sempre meno, e per questo le Maldive si sono “candidate” per diventare riserva marina.
Non solo per creare una riserva, ma per trasformare l’intera area di appartenenza delle 1.192 isole in un enorme santuario, il più grande al mondo. L’annuncio è stato fatto direttamente durante la Conferenza Rio+20 che si è tenuta la scorsa settimana in Brasile, ed in quell’occasione si è stabilito anche l’anno in cui entrerà in vigore la denominazione di riserva marina: 2017. A quel punto non solo le attività inquinanti dovranno essere strettamente controllate, ed in parte già lo sono, ma la pesca commerciale sarà del tutto proibita, e probabilmente l’unica tollerata sarà quella di pochi appassionati muniti di canna da pesca. La pesca d’alto mare, a strascico e con altri metodi distruttivi saranno vietate, ha annunciato il presidente Mohamed Waheed.
Attualmente l’atollo di Baa, composto da 75 isole e facente parte delle Maldive, è stato già nominato dall’Unesco Riserva della Biosfera, ma per Waheed potrebbe non essere sufficiente ed anche tutte le altre isole devono diventare una fortezza entro la quale le specie marine possono vivere liberamente senza il rischio di cadere nelle trappole di commercianti senza scrupoli.
Questo impegno riflette il nostro rispetto per l’ambiente naturale unico. Abbiamo preso queste misure per proteggere le nostre barriere coralline, lagune, isole coralline e spiagge di sabbia corallina. Le Maldive adotteranno ogni azione necessaria per garantire il nostro futuro
ha concluso il presidente maldiviano.
[Fonte: Ecorazzi]
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