C’è qualcosa nell’aria, è mal’aria. Recita così lo slogan di Legambiente per promuovere la campagna di sensibilizzazione sull’inquinamento atmosferico causato dalla industrie, nell’ambito del consueto appuntamento annuale sulla qualità dell’aria nelle città italiane. Questa edizione si concentra proprio sui veleni prodotti dalla fabbriche, e non a caso il dossier Mal’aria è stato presentato ieri a Taranto, capoluogo pugliese che ospita lo stabilimento dell’Ilva, sotto accusa da anni per l’immane quantità di emissioni nocive non solo per l’atmosfera, ma soprattutto per la salute dei cittadini, che continuano ad ammalarsi di tumori e malattie respiratorie anche gravi.
In cima alla lista nera redatta dall’associazione ambientalista sui comuni più irrespirabili figura proprio Taranto. Pensate che lo stabilimento siderurgico dell’Ilva produce da solo il 92% della diossina totale e ben il 95% degli idrocarburi policiclici aromatici (Pcb9).
Come si legge nello stesso dossier Mal’aria di Legambiente:
I numeri sulle emissioni e il ruolo giocato dall’industria sono tutt’altro che trascurabili. Stando ai dati relativi al 2006 riportati nell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera di Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (l’ex Apat), in Italia sono stati emessi in atmosfera, tra gli altri, i seguenti quantitativi di macroinquinanti:
– 388mila tonnellate circa di ossidi di zolfo (SOx), il 78% delle quali derivano da fonti industriali, e in particolar modo dalla produzione di energia, mentre il 15% è stato emesso dai trasporti non stradali, in particolar modo marittimi;
– poco più di 173mila tonnellate di polveri sottili (PM10), emesse per il 28% del totale dalle attività industriali e per il 27% dai trasporti stradali;
– oltre 1 milione di tonnellate di ossidi di azoto (NOx), il 44% dei quali derivanti dal traffico stradale, mentre il 25% è dovuto all’industria;
Secondo l’Inventario di Ispra nel 2006 l’industria ha emesso il 95% del totale dell’arsenico scaricato in atmosfera da tutte le fonti, il 90% del cromo, l’87% dei Pcb, l’83% del piombo, il 75% del mercurio, il 72% di diossine e furani, il 61% di cadmio.
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