Cambia mese sul calendario e finisce l’epoca di Malagrotta, con grande sollievo dei comitati che contro di essa si sono sempre battuti. Il ministro dell’ambiente Andrea Orlando intanto prende tempo sulla firma del decreto sul Falcognana, con l’intento di limitarne l’utilizzo.
Quindi alla fine l’Italia c’è arrivata: Malagrotta ha chiuso e forse, chissà, diventerà davvero un grandissimo parco. Ma intanto, mentre si chiude l’incubo per i comitati no a Malagrotta si apre quella che potrebbe diventare un’odissea, ovvero la pagina Falcognana. Come disposto dal commissario Sottile, tutavia, innanzitutto si avrà l’utilizzo per 20 mila tonnellate di rifiuti provenienti dalla galassia Roma Capitale nella discarica di Bracciano, a Cupinoro.
Come accennato, inoltre, Orlando ha dichiarato: “Non ho ancora firmato il decreto per Falcognana perchè vorrei ridurre al minimo l’utilizzo, a valle di tutte le altre soluzioni”. Addirittura è arrivata una dichiarazione molto più forte, quella dell’assessore all’ambiente di Roma, Estella Marino, che ha dichiaro che
Ad oggi, non so se utilizzeremo la discarica di Falcognana perché, probabilmente, se siamo riusciti a mettere in piedi strade diverse, non è detto che ce ne sia bisogno. Il ministero sta finendo le ultime indagini perché le valutazioni non si fanno a scatola chiusa ma andando ad analizzare criticità, problemi, necessità.
Tuttavia, non si può certo pensare al futuro, all’apertura della nuova discarica di Falcognana, come a un’eventualità, perché al di là del momento, è qualcosa di decisamente più concreto. Mentre la società Ecofer garantisce sulle autorizzazioni e il suo amministratore unico Valerio Fiori assicura che il sito di Falcognana è stato “realizzato secondo i più elevati standard di sicurezza e qualità disponibili”, e che “l’ambiente circostante è e resterà assolutamente incontaminato”, tra coloro che difendono la zona resta alta la tensione per un impatto ambientale che sarà, con ogni probabilità, assai lontano dall’esser nullo.
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