Dai pesci robot all'energia dal mare fino alle mappe satellitari. Sei progetti italiani per la lotta al cambiamento climatico sono stati illustrati all'ONU in vista della ratifica degli accordi della COP21.
In vista del 22 aprile, data in cui partirà la ratifica degli accordi raggiunti alla COP21 di Parigi, la Rappresentanza Permanente italiana presso le Nazioni Unite ha organizzato una conferenza sul tema del contrasto al cambiamento climatico intitolata «Fighting Climate Change: Sharing Italy’s Innovative Technologies». Durante l’evento sono stati illustrati sei progetti italiani d’eccellenza che affrontano il tema da prospettive differenti e con modalità innovative.
L’Italia ed il cambiamento climatico
Rispetto al tema del cambiamento climatico l’Italia presenta delle singolarità piuttosto marcate che hanno spinto negli anni enti pubblici e imprese private a sviluppare soluzione tecniche innovative che in molti casi possono essere applicate facilmente anche su scala differente. Gli oltre 8.000 km di costa e le centinaia di isole che caratterizzano il territorio italiano rappresentano un punto di particolare vulnerabilità al cambiamento climatico per quanto riguarda innalzamento del livello del mare ed erosione delle coste. L’incremento delle temperature medie e la concentrazione delle precipitazioni in intervalli temporali ristretti aumentano il rischio idrogeologico nei territori interni innescando fenomeni complessi come lo scioglimento dei ghiacciai, le frane e le alluvioni.
I progetti illustrati all’ONU sono focalizzati proprio su questi temi. Dalla protezione delle coste e delle isole ai sistemi di monitoraggio fino ad arrivare alle nuove tecnologie per la produzione di energia. Illustrate da CAE, Consorzio Venezia Nuova, ENEA, ENEL, ENI e Telespazio, queste nuove soluzioni tecnologiche rappresentano la punta avanzata degli impegni italiani per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Conferenza sul clima di Parigi dello scorso dicembre.
Il MOSE per la tutela di Venezia
Gestito dal Consorzio Venezia Nuova, il MOSE è una delle opere dell’ingegneria italiana più importate degli ultimi anni. A questo avanzato sistema di paratie mobili è assegnata la funzione di proteggere Venezia dagli effetti negativi delle alte maree. Compito di questa infrastruttura è quello di limitare la variazioni di livello del mare nella laguna in modo da proteggere la città ed il suo delicato equilibrio. Il problema dell’acqua alta a Venezia è secolare ma effetti del cambiamento climatico come l’innalzamento del livello dei mari potrebbero aggravarne la portata. Il MOSE in questo senso è stato pensato come sistema di salvaguardia per il presente ma anche -e forse soprattutto- per il futuro.
Venus Swarm, pesci robot per il controllo dei fondali
La città di Venezia con la sua storia, il suo fascino e la sua fragilità è uno dei teatri per cui è stato pensato anche il progetto Venus Swarm. Realizzato da ENEA e Università di Roma Tor Vergata, Venus Swarm prevede l’uso di robot subacquei che si muovono secondo un modello matematico denominato ‘sciame denso’. I singoli droni mantengono una distanza contenuta gli uni dagli altri ed utilizzano i sensori di cui sono dotati per monitorare le acque in cui si muovono. I dati raccolti possono essere quindi utilizzati per esaminare lo stato dei fondali, delle coste e delle strutture antropiche presenti in acqua con una elevata efficienza e costi molto più contenuti rispetto all’impiego di robot singoli. Una delle applicazioni previste per il progetto Venus Swarm riguarda proprio il monitoraggio delle paratoie del MOSE a Venezia.
CAE ed il monitoraggio del cambiamento climatico
Durante l’evento organizzato dalla Rappresentanza Permanente italiana alle Nazioni Unite sono stati presentati anche gli importati risultati di CAE nei sistemi di monitoraggio delle condizioni ambientali. L’azienda italiana è specializzata in questo genere di soluzioni che utilizzano le reti di comunicazione per seguire in tempo reale l’evoluzione di fenomeni di rilevanza ambientale. Soluzioni sviluppate da CAE sono state ad esempio utilizzate dalla Cooperazione Italiana in Vietnam per il monitoraggio ed il controllo delle piene a seguito delle inondazioni del 2009.
Telespazio, i satelliti per misurare il climate change
Uno degli aspetti più critici nella gestione del cambiamento climatico è l’oggettiva difficoltà a raccogliere dati sistematici. Finmeccanica attraverso Telespazio è attivamente impegnata nello sviluppo sistemi per la misura degli effetti del climate change. Particolarmente rilevante è in questo senso l’uso dei satelliti attraverso cui raccogliere dati su vaste aree e costruire un database di confronto. I satelliti radar COSMO-SkyMed così come i satelliti ottici possono assolvere a queste funzioni modellando cause ed effetti del cambiamento climatico e contribuendo a verificare l’efficacia delle misure adottate a livello nazionale e sovra-nazionale.
Energia dal mare per Enel, solare per Eni
Contributi importati al dibattito sono arrivati anche da due nomi storici dell’energia in Italia. Enel sta portando avanti ormai da tempo progetti per la produzione di energia pulita sfruttando il moto del mare. La macchina Inertial Sea Wave Energy Converter (ISWEC) è un esempio concreto dei risultato ottenuti. I sistemi ISWEC, compatti e semplici da installare, sono in grado di trasformare il moto delle onde in energia e possono essere utili per ridurre la dipendenza dai combustibili fissili nelle aree costiere. Eni ha invece presentato risultati e ricerche in tema di innovazione per i pannelli solari e nella gestione del ciclo produttivo degli impianti solari.
Photo Credits: ENEA, www.enea.it