Chi l’ha detto che l’Asia non contribuisce alla lotta ai cambiamenti climatici? Spesso si sente parlare di impegni importanti presi dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti, e solo raramente c’è qualche accenno a quanto fa (o promette di fare) la Cina. Ma in realtà, nonostante l’alto tasso di povertà, molti Paesi asiatici si stanno impegnando per non lasciar solo l’Occidente in una battaglia che interessa tutto il mondo.
Ad esempio la Corea del Sud sta tentando di recuperare le vie d’acqua antiche, sepolte nelle loro tombe di cemento. Per la prima volta dopo la guerra di Corea, le famiglie possono guardare le carpe nuotare anche nel centro di Seoul. Ma è indubbio che la maggior mano in Asia proviene dal Giappone.
Il Paese più ricco del Continente punta tutto sul risparmio energetico. Un esempio ingegnoso può essere quello di Hokkaido, una delle città in cui spesso nevica, la quale ha deciso di inviare carichi di neve nelle zone più calde, dove viene utilizzata per ridurre le temperature nelle abitazioni, senza sprecare la preziosa energia elettrica per i condizionatori. Oppure le batterie ad urina. Può sembrare un’assurdità, ma i giapponesi hanno inventato una batteria che, una volta esaurita, si ricarica semplicemente facendovi sopra la pipì. Gli ioni nelle urine provocano una reazione chimica che produce energia elettrica. Vendute in tutto il Giappone, queste batterie possono essere ricaricate fino a cinque volte e sono di sicuro funzionamento.
La Cina invece continua a puntare sui suoi messaggi ambientalisti. Ad esempio i cittadini di Dong e quelli di Guizhou hanno una ricca tradizione popolare di canti, canzoni e giochi che servono per trasmettere la conoscenza ambientale in maniera più efficace di una campagna di sensibilizzazione come la conosciamo noi in Occidente.
Hong Kong ha inventato le banconote di plastica, che non sono da confondere con il denaro del Monopoli. Nel 2007 Hong Kong ha costruito delle banconote fatte di polimeri, le quali costano più di quelle di carta, ma durano più a lungo e soprattutto salvano gli alberi. Recentemente, anche la Cina e Taiwan hanno introdotto simili banconote ecologiche.
Ma il contributo più sorprendente arriva dalle nazioni povere come Singapore, che ha affidato il suo messaggio ambientale alla televisione, in un programma settimanale che incoraggia a ridurre le emissioni di anidride carbonica; o le Filippine, che hanno istituito addirittura una magistratura giudicante i comportamenti ambientali. Nel gennaio 2008 il Governo delle Filippine ha designato 117 giudici ambientali per giudicare i reati contro l’ambiente. Questi tribunali, dicono, migliorano la velocità e la coerenza delle risoluzioni.
La Thailandia ha deciso di riciclare l’olio alimentare di scarto per produrre biodiesel, il quale viene poi utilizzato per far muovere i camion, ma anche dare energia ai generatori di corrente; l’India ha realizzato la tanto discussa auto elettrica Reva, che presto verrà esportata anche negli Stati Uniti, e poi in Europa, ed infine il Laos ha istituito la prima eco-scuola per gli abitanti dei villaggi. Si tratta di una scuola auto-sufficiente nella provincia di Champasak dove gli studenti di età compresa tra 17 e 20 anni imparano le tecniche ecologiche da attuare nei loro villaggi d’origine.
Vediamo se ancora qualcuno dice che i Paesi poveri non fanno nulla e aspettano che sia l’Occidente a fare il primo passo. Qui sembra esattamente il contrario.
Fonte: [Cnn]