Lipari, la famosa spiaggia nera, considerata la più esclusiva dell’isola di Vulcano, è scomparsa, inghiottita dalle acque. Danno enorme per l’ambiente, il turismo e quindi l’economia: l’allarme è stato lanciato da un isolano.
Lipari perde la sua famosa spiaggia nera dell’Isola di Vulcano. Perché? Il motivo è semplice, una parte consistente è stata aggredita dall’edilizia turistica, dalle grandi strutture alberghiere: le acque del mare hanno fatto il resto. E ora quelle stesse strutture turistiche sono a rischio, perché il mare continua ad avanzare. L’isolano Giuseppe Muscara è l’autore dell’appello alle varie autorità competenti, locali come nazionali, affinché si interessino al problema.
Dobbiamo fare qualcosa, non possiamo rimanere con le mani in mano di fronte a tale scempio. Il mare ha inghiottito buona parte della spiaggia durante l’inverno e sarebbe il caso di avviare un intervento urgente per proteggere quel che rimane dell’arenile.
O si interviene o saranno danni ingenti, se non ingentissimi per questa spiaggia gioiello frequentata da vip e grandissime personalità, inclusi esponenti di famiglie reali. Muscara ricorda anche che le richieste di aiuto e di intervento non sono certo mancate in passato, ma sono, prima o poi, cadute nel dimenticatoio. Una reale strategia di protezione non è stata elaborata e le condizioni generali delle spiagge delle Isole Eolie appaiono decisamente preoccupanti. Senza dimenticare i già accennati possibili danni alle strutture, come specificato da Giuseppe Muscara
soprattutto in corrispondenza degli hotel Mari del Sud, Eolian e Conti
dove la spiaggia è stato ormai inghiottita dalle acque del mare e poco manca che le stesse acque inizino a mordere anche gli alberghi. L’attenzione alla salvaguardia dei tratti costieri è in Italia un doppio imperativo: ecologico ed economico. Appare del tutto inaccettabile non prendersi carico di problemi ambientali che possono portare alla scomparsa di un autentico patrimonio nazionale come la spiaggia nera di Lipari.
Photo credits | Emanuele Longo su Flickr
Nelle 1 Marzo 2017 il 2:11 am
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