In merito al problema dei cambiamenti climatici, l’India cerca di prendere una posizione forte nei confronti degli altri Paesi: in un’intervista alla Reuters, il ministro dell’Ambiente indiano Jairam Ramesh ha invitato il primo ministro ad accettare riduzioni delle emissioni nazionali COP15, senza che esse siano legate agli impegni finanziari e di supporto tecnologico derivanti dagli sforzi che Stati Uniti e altri Paesi ricchi hanno intenzione di intraprendere.
Nella lettera, Ramesh ha detto al primo ministro Manmohan Singh che
La posizione che assumiamo negli impegni internazionali di mitigazione, supportata solo dal finanziamento e dalla tecnologia, deve essere sfumata semplicemente perché abbiamo bisogno di tutelare il nostro interesse. Ciò deve essere pragmatico e costruttivo, non polemico. […] l’India dovrebbe ascoltare di più e parlare di meno nei negoziati.
Alla fine, la lettera ha esortato l’India a staccarsi dal gruppo di 77 nazioni in via di sviluppo ed allinearsi con il G20.
Problemi ce ne sono più di uno. Prima di tutto, l’India è ora il quarto più grande emettitore di carbonio del mondo. E la sua piena partecipazione a un accordo internazionale sui cambiamenti climatici è fondamentale per il suo successo.
Secondo, è da mesi che ormai si dice che non sarebbe giusto impegnarsi in obiettivi vincolanti in materia di emissioni nel quadro di un accordo internazionale, anche se gli obiettivi rimarrebbero nazionali, e che il denaro dei Paesi ricchi serve per aiutare quelli poveri ad adattarsi ai cambiamenti, oltre a facilitare il trasferimento di tecnologia. Questi sono i prerequisiti per la partecipazione ad un accordo internazionale sul cambiamento climatico.
Anche se rimane il solito problema legato al complesso di inferiorità di nazioni come l’India, a causa del quale non si vede quanto si emette, ma solo che, in quanto Paese povero, ha il diritto di inquinare più di altri. In questo modo, i suggerimenti di Ramesh dovrebbero attenuare il clima litigioso che c’è nell’aria, e magari il divario nel negoziato tra l’India e le nazioni sviluppate verrebbe ridotto un po’. Un buon inizio che però attende anche la reazione dei Paesi ricchi che devono fare la loro parte.
Fonte: [Treehugger]