La specie globale dei leoni è classificata come minacciata, ma oltre alle 9 sottospecie già estinte, delle restanti 6 ce ne sono alcune che stanno già per sparire. In particolare sono a rischio tutti i leoni che vivono nella zona Occidentale dell’Africa. Il motivo è molto semplice: il petrolio. In Nigeria, ma non solo, l’habitat del leone è ridotto sempre di più, e le guerre che si scatenano tra la popolazione gli hanno dato il colpo di grazia.
Secondo i dati di LionAid, un’associazione animalista che cerca di salvare questi bellissimi felini dall’estinzione, i leoni in libertà sono già spariti da 25 Paesi africani. Attualmente si contano appena 15 mila leoni selvatici distribuiti in 10 nazioni. Se vi sembrano molti pensate che 30 anni fa erano 200 mila. Secondo l’associazione la povertà della popolazione ha portato il Governo di questi Paesi a mettere in secondo piano la tutela della biodiversità, e così non sviluppando programmi adeguati di turismo selvatico, o meglio ancora aree protette, sta abbandonando al loro destino questi ultimi esemplari.
Anche se i parchi nazionali in Africa occidentale contengono fauna molto diverse e molto importanti rispetto all’Africa orientale, le persone tendono ad ignorare che l’Africa occidentale sia un posto molto speciale. Ciò comporta che le popolazioni dell’Africa occidentale vanno verso un rapido declino. Come biologo direi che in un Paese come la Nigeria, in cui rimangono solo 34 leoni, la specie sia già estinta. E’ quasi impossibile ricostruire una popolazione da un numero così piccolo
ha affermato il dottor Pieter Kat, responsabile scientifico di LionAid. L’allarme lanciato dall’associazione arriva in seguito alla pubblicazione di uno studio effettuato dalla Duke University che ha notato come tre quarti della savana africana sia ormai scomparsa negli ultimi 50 anni, ed eliminando il loro habitat i leoni hanno cominciato a veder diminuire il proprio numero. Se poi a tutto questo ci mettiamo anche la caccia di frodo, ecco che il futuro dei leoni si fa sempre più cupo.
[Fonte: The Guardian]
Photo Credits | Getty Images