Le principali associazioni ambientaliste italiane si sono unite per protestare contro la legge 394 sulle aree protette che il Governo ha intenzione di varare entro pochi mesi. Si tratterebbe di un provvedimento che serve, in teoria, per migliorare la gestione di questi parchi e foreste, trasformandole in un Ente sotto il controllo dell’amministrazione cittadina. Ma vista sotto un’altra ottica si tratta dell’anticamera della distruzione delle foreste stesse.
Quello che Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra, Mountain Wilderness, Lega Italiana Protezione Uccelli e WWF Italia non accettano è che, se la legge dovesse rimanere così com’è ora la bozza in commissione al Senato, si rischia di aumentare il controllo politico di queste aree e ridurre la presenza del mondo scientifico e delle associazioni ambientaliste. In sostanza la protesta si snoda su tre punti:
1 – Le aree diventeranno doppioni di Enti inutili come le Pro Loco;
2 – Si riaprirebbe la caccia selvaggia (che frutta molti soldi ai comuni) perché ormai le regole non saranno più uguali per tutti, ma ogni Amministrazione deciderà per sé;
3 – Grazie al meccanismo delle royalties, ogni Ente potrà cedere parte della propria area per la coltivazione di idrocarburi, impianti a biomasse, impianti idroelettrici, oleodotti ed elettrodotti, attività estrattive e tutte quelle attività che rischiano di avere un elevato impatto ambientale.
Le associazioni chiedono semplicemente che venga rispettata la Costituzione che afferma che queste aree sono di competenza esclusiva dello Stato, e che rimangano le tutele oggi presenti con i rappresentanti del mondo scientifico ed ambientalista a presidiarle contro gli sfruttatori senza scrupoli. Lo scopo del provvedimento è di sviluppare la green economy, ma conoscendo come vanno queste cose in Italia, si corre il rischio che di Economy se ne sviluppi tanta, ma di Green nulla o quasi. Per questo chiunque voglia aderire a questa protesta può unirsi alle associazioni registrandosi sui loro siti internet.
Photo Credits | Thinkstock