Nell’ambito della campagna di analisi delle acque e rilevazione dati sullo stato di salute degli specchi lacustri italiani, Goletta dei Laghi, Legambiente ha bocciato il lago di Garda.
Nel lago più grande d’Italia sono infatti ben 17 i punti risultati inquinati. Dieci si trovano sulla sponda lombarda. Nello specifico sono stati etichettati come fortemente inquinati i campioni prelevati a Tignale, Toscolano Maderno, Salò, Moniga del Garda, 2 punti a Desenzano del Garda e 2 a Sirmione, mentre ne sono usciti semplicemente inquinati quelli di Tremosine e Limone del Garda.
Non va meglio per i torrenti veronesi che finiscono nelle acque del lago: delle sei foci analizzate, una a Garda è risultata inquinata, le altre cinque, una a Bardolino, due a Castelnuovo, una a Peschiera e una a Lazise fortemente inquinate. Si tratta nel dettaglio del torrente Gusa a Garda; del torrente San Severo a Bardolino; del Rio Dugale dei Ronchi (vicino a Gardaland), del lido comunale-località Campanello a Castelnuovo; del Rio Sermana in località Sermana a Peschiera; del fosso Mara a Lazise.
Come ha spiegato Simona Colombo, tecnico della Goletta dei Laghi, si tratta in parte di scarti fognari, in parte di scarichi abusivi, che danno luogo ad un:
inquinamento biologico, causato da batteri come gli enterococchi intestinali e l’escherichia coli. Anche sul Garda abbiamo registrato le maggiori criticità alle foci dei fiumi a causa degli scarichi non depurati dai comuni a monte. Ciò aggrava un quadro in cui numerosi sfioratori di piena rilasciano reflui fognari a lago a ogni normale temporale.
Va male anche per quanto riguarda la cementificazione sulle rive del Benaco, con scarsi vincoli all’edificabilità che porteranno alla costruzione di due centri ippici e tre campi da golf. Legambiente lamenta anche il sovraffollamento delle sponde del lago: solo a Lazise si contano ben quindici campeggi. E sul consumo di suolo è intervenuto anche Lorenzo Albi, presidente del circolo veronese dell’associazione, criticando il piano d’area Baldo-Garda:
Abbiamo acceso i riflettori sul consumo del suolo e assegnato la bandiera nera al Veneto per aver varato un piano d’area Baldo-Garda che di fatto demanda la pianificazione ai comuni, recependo ad esempio la trasformazione di molti terreni agricoli nei comuni di Affi, Costermano, Brenzone e Malcesine. O come Peschiera, che in giugno ha deliberato 25 mila metri quadrati di nuova edificazione, di cui 5 mila a ridosso dell’area che il comune stesso ha classificato di compensazione ecologica del Frassino.
[Fonte: Legambiente Verona]
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