Urso: “Una sfida per l’intero sistema-Paese, serve un’adeguata politica industriale”. Crisostomo (Enel): “Soluzioni coerenti con l’idea di mondo delle nuove generazioni”
L’economia circolare come chiave della sostenibilità e, al tempo stesso, della competitività, in un momento di triplice transizione che per l’Italia rappresenta un’enorme opportunità di crescita e indipendenza energetica. Il messaggio arriva da un incontro svoltosi oggi a Roma e al quale sono intervenuti Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Michele Crisostomo, Presidente del Gruppo Enel, Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola, Ami Appelbaum, Presidente del consiglio di amministrazione dell’Israel Innovation Authority, Katia Da Ros, Vicepresidente Confindustria, e Luigi Nicolais, Presidente della Fondazione per l’Innovazione COTEC.
Infatti, la circolarità viene solitamente concepita solo in relazione ai rifiuti, mentre ha a che fare con il modo di usare tutte le risorse nel tempo. La decarbonizzazione ci chiede di ripensare l’intera catena del valore, massimizzando l’utilizzo dei materiali e il loro ciclo di vita. Un cambiamento culturale prima ancora che economico, che – come osservato dal Presidente Crisostomo – vede “la persona è al centro di una nuova rivoluzione umanistica” e richiede “una pianificazione che dia soluzioni coerenti con l’idea di mondo delle nuove generazioni”, di rinnovata sensibilità ambientale ed energetica.
Visione confermata dal Ministro Urso, che ha sottolineato quanto sia necessaria “una politica industriale nazionale che poggi su una nuova politica industriale europea. Stiamo lavorando a un piano Transizione 5.0 che coniughi gli obiettivi della digitalizzazione con quelli della transizione ecologica, anche puntando all’utilizzo delle risorse di REPowerEU – e la Gigafactory 3 Sun di Enel è un esempio di investimento sul doppio binario dell’innovazione e della sostenibilità”.
“L’Italia può dare un contributo importante alla sfida alla crisi climatica” – ha ricordato il Presidente Realacci. “Siamo il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, pari al 79.4%, con un’incidenza quasi il doppio rispetto alla media UE. Risparmiamo così 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio all’anno e circa 63 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti”.
Agire lungo tutta la catena del valore, dalle fonti energetiche e le materie prime, estendendone la vita, favorendone il riuso e il riciclo: Enel lavora in questa direzione fin dal 2015, quando intraprende il percorso delle “emissioni zero” mettendo la circolarità al centro della propria strategia. Al World Economic Forum 2022, l’Azienda ha presentato il proprio indice Economic CirculAbility, creato per confrontare la performance degli impianti con le risorse consumate e impegnandosi a raddoppiarlo entro il 2030. Mentre alcuni dei progetti già messi in campo in questi 7 anni sono raccolti nel documento “Enel per l’Italia: Viaggio nell’economia circolare” (scaricabile dal sito di Enel) con obiettivi che la prima utility energetica italiana, oggi leader delle rinnovabili, declina su 4 coordinate:
- Nuovi modelli di business. Come, per esempio, il progetto New Life avviato nel 2020, per dare nuova vita a componenti nei magazzini e ad attrezzature delle Centrali a carbone in dismissione. Oppure PIONEER – sistema in grado di generare, fornire e immagazzinare energia solare con batterie usate di veicoli elettrici.
- Evoluzione delle materie prime proprio grazie alle tecnologie innovative della transizione energetica, che consentono di ridurre sempre di più il fabbisogno di combustibili – come nel caso della citata Gigafactory 3Sun, oggi la prima d’Europa nella produzione di pannelli fotovoltaici avanzati, oppure la partnership avviata con Vulcan per l’estrazione del litio e il suo impiego per l’energia geotermica.
- Città e territori – con progetti di mobilità elettrica, illuminazione pubblica smart, soluzioni per le “case intelligenti” e pannelli fotovoltaici “da balcone” oppure la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili, anche agricole.
- Abilitatori dell’economia circolare, dalla produzione di materie prime alla gestione del “rifiuto” da riutilizzare (principalmente fornitori, Clienti e Istituzioni) ma anche tecnologie come la robotica e la digitalizzazione.
Una prospettiva che presuppone condivisione e gestione comune di prodotti, beni e competenze; estensione della vita di un asset o di un prodotto attraverso la progettazione modulare, la facile riparabilità e la manutenzione predittiva, ma anche nuovi cicli di vita – grazie al riuso, la rigenerazione, l’upcycling o il riciclo.
Cioè, un lavoro di squadra e una visione, che oggi compiono un altro passo in avanti.
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