Se ci fosse bisogno di un incentivo in più per investire nella Green Economy, basterebbe dare un’occhiata all’ultimo rapporto della Brookings Institution, un report che, analizzando i posti di lavoro venutisi a creare nel settore dell’economia pulita degli Stati Uniti, sostiene che gli impieghi creati negli ultimi sette anni in questo mercato sono stati di gran lunga superiori a quelli messi in campo dal settore dei combustibili fossili. La ricerca ha preso in considerazione la situazione americana, ma non fatichiamo a credere che i risultati europei siano anche migliori, visto che in molti Paesi come Germania, Spagna e anche Italia si sono effettuati, in proporzione, investimenti maggiori in questo settore.
I dati sono davvero incoraggianti. L’economia sostenibile è cresciuta lentamente tra il 2003 ed il 2010 ma è progredita sempre, nonostante la crisi economica, anche quando gli altri settori crollavano, arrivando a circa 2,7 milioni di lavoratori negli States. Ecco alcune statistiche interessanti: circa il 26% del totale dei lavori nella Green Economy riguarda il settore manifatturiero, rispetto ad appena il 9% dell’intera economia. Per quanto riguarda il valore dei beni prodotti, le esportazioni nella Green Economy valgono monetariamente il doppio di una tipica esportazione del settore tradizionale.
Il salario medio nell’economia verde è del 13% superiore al salario medio tradizionale. I cosiddetti “colletti verdi” sono destinati ad aumentare in futuro perché il mercato sta creando numerose opportunità di lavoro, molto personale qualificato e specializzato è in fase di formazione, ed aumenterà il numero di assunzioni a breve creando ulteriore ricchezza.
Per quanto riguarda le aree geografiche più green dal punto di vista occupazionale, è il Sud degli States a registrare il maggior numero di posti di lavoro nell’economia pulita, ma l’Occidente ha il più alto tasso pro capite. Il 64% dei lavori nella Green Economy ed il 75% dei posti di lavoro creati dal 2003 al 2010 li contano i Paesi con le 100 aree metropolitane più estese.
[Fonte: Brookings Institution]
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