La LAV pubblica il suo rapporto Zoomafia 2012: maltrattamenti, furti, violenze illecite, sugli animali in Italia viene esercitata una media di 24 crimini al giorno, ovvero uno per ogni ora.
Il rapporto Zoomafia, giunto alla sua tredicesima edizione, fa luce i sui crimini compiuti contro animali nel 2011. Molti di questi sono legati alle attività non di singoli ma di organizzazioni criminali; il primo fattore per numero di reati sono infatti le corse illegali di cavalli, con annessi giri di scommesse, doping e maltrattamenti. Inquietano inoltre i dati riferiti ai combattimenti tra cani che sembra stiano conoscendo una crescita negli ultimissimi anni, tra l’incremento della microcriminalità giovanile e l’aumento del commercio di cuccioli tramite web (soprattutto dall’Est). Riguardo al commercio di cani da combattimento, tuttavia, la LAV, Lega AntiVivisezione, una tra le più grandi associazioni animaliste italiane, sottolinea come il contrasto effettuato dalle forze dell’ordine nei confronti del commercio proveniente dall’Est sia stato senz’altro robusto.
Un altro temibile fenomeno è all’opera in campo sanitario, e riguarda quella che la LAV definisce “cupola del bestiame”. Molti, infatti, sono stati i casi di macellazioni illecite e contraffazioni e sofisticazioni alimentari nel 2011. Sempre di più, non solo fra gli animalisti e i vegetariani, sono gli italiani preoccupati dalle procedure di ingrasso, immunizzazione e macellazione del bestiame (che, come nel resto del mondo conducono a prodotti alimentari contenenti residui di antibiotici e sostanze dannose per la salute). Tutti i cittadini attenti a tali problematiche non possono che accogliere con inquietudine i nuovi dati forniti dall’associazione riguardo alle infiltrazioni criminose nella filiera di produzione della carne.
Se tutto questo desta preoccupazione, non dobbiamo purtroppo dimenticare che il numero di reati effettivamente compiuti è probabilmente molto più alto. Come giustamente ricorda il Responsabile Zoomafia della LAV Ciro Troiano:
È opportuno ricordare che il numero dei reati ufficiali rappresenta solo una parte di quelli effettivamente compiuti.