Sembra una fiaba per bambini, ma è realtà. Una comunità nel profondo della giungla selvaggia della Colombia, vive nonostante sia stata tagliata fuori dalla società quasi 40 anni fa. Dopo che il resto del mondo le ha voltato le spalle, all’improvviso ha attirato un grande interesse. Si è scoperto che questa comunità ha trovato qualcosa di cui il resto del mondo ha bisogno: l’energia. E non solo una nuova fonte di approvvigionamento, ma qualcosa di ancora migliore. Hanno capito come essere sostenibili, senza influenze o risorse esterne. La sua storia è raccontata dal New York Times.
Nel 1960 un italiano emigrato in Colombia, Paolo Lugari, mentre viaggiava attraverso il Paese, si fermò in un terreno abbandonato e immaginò un intero villaggio davanti ai suoi occhi. Il terreno era così povero e la zona così remota che i visitatori dovevano passare punti di controllo della guerriglia o volare fino lì, così nessuno aveva deciso di viverci. Lugari voleva trovare uno dei luoghi più complicati in cui vivere e vedere se riusciva a farlo funzionare. Questo era prima della crisi petrolifera degli anni ’70, ma anche allora sapeva che il carburante e le altre risorse un giorno sarebbero diventate scarse.
Oggi ci sono 200 abitanti che
non hanno armi, nessuna forza di polizia, non ci sono automobili, né sindaco, nessuna chiesa, nessun prete, nessun cellulare, niente televisione, niente internet. Nessuno degli abitanti di Gaviotas ha un titolo di studio o un posto di lavoro.
Ma allora cosa c’è di speciale? Quando si vive in mezzo al nulla, bisogna essere creativi. Oggi ad esempio hanno un bollitore solare per sterilizzare l’acqua e la cucina solare; un progetto di 19.800 ettari di rimboschimento con specie scelte per la produzione di resine per i biocarburanti, ma anche per la creazione di condizioni per cui altre piante autoctone possano prosperare. L’energia prodotta dall’altalena per bambini alimenta la pompa idrica locale.
Il progetto di rimboschimento è uno di quelli di maggior successo al mondo, considerando che tutto il mondo intorno è ancora un deserto tropicale. Ad esempio gli abitanti di Las Gaviotas usano la resina degli alberi per alimentare le loro moto e trattori, e vendono la produzione in eccesso, anche a colossi come la Cina. Un posto in cui non ci sono guerre e nessuno soffre la fame. Sembra un pezzo di Paradiso in Terra. Un Paradiso sostenibile.
Fonte: [Treehugger]
Gianluca Aiello 19 Ottobre 2009 il 12:52 am
Alcune popolazioni mondiali, come quelle menzionate, non hanno scoperto le energie rinnovabili prima di noi. Semplicemente non le hanno mai abbandonate!
Noi stessi in qualche misura eravamo abituati a sfruttare il sole, il vento, il mare, ma poi abbiamo scoperto il carbone e il petrolio.
Non abbiamo scoperto nulla di nuovo, solo un nuovo modo di sfruttare cose che già conoscevamo.