L’acidificazione degli oceani, come recita Wikipedia:
è il nome dato alla decrescita del valore del pH oceanico, causato dalla assunzione di anidride carbonica di origine antropica dall’atmosfera.
A causa dell’alta immissione di anidride carbonica nell’atmosfera ad opera dell’uomo gli scambi di CO2 non sono più equilibrati, e quindi nell’acqua marina c’è molta più CO2 del normale.
Dal momento che l’anidride carbonica in acqua si scioglie e produce acido carbonico (H2CO3), con un’elevata concentrazione di anidride carbonica aumenta l’acidità degli oceani.
Dalla Rivoluzione industriale ad oggi l’incremento nei livelli di acidità oceanici è giunto al 30%. Per discutere del problema, 250 scienziati provenienti da 32 diversi Paesi del mondo, si daranno appuntamento all’Oceanographic Museum di Monaco da domani 6 ottobre fino al 9 ottobre, nel corso del “Second Symposium on the ocean in a high CO2 world”.
Si parlerà dei rischi dell’aumentata acidità degli oceani, rischi che non sono certamente trascurabili, dal momento che ad essere in pericolo sono molte specie viventi che vivono nelle acque oceaniche e che risentirebbero, e stanno già pagando, gli effetti degli alti livelli di acido carbonico nel loro habitat.
I temi principali che verranno affrontati nel corso della conferenza toccheranno da vicino anche l’esigenza di far entrare il problema dell’acidificazione degli oceani nei programmi ambientali dei governi dei vari Paesi.
Secondo gli scienziati, è assurdo che un evento così grave non venga menzionato e non interessi anche e soprattutto iniziative istituzionali.
Dietro a questa indifferenza e a questa voluta marginalizzazione del problema ci stanno, come sempre, interessi economici.
Solo diminuendo le immissioni di Co2 nell’atmosfera di può sperare di arginare il problema, ma questo intervento costerebbe all’uomo una diminuzione nella produzione industriale e in tutte le operazioni connesse agli scambi commerciali, nonchè una riduzione delle fonti inquinanti legate alle svariate attività umane. Un prezzo che l’uomo non è disposto a pagare. Ma gli scienziati ammoniscono che il conto da pagare sarà ancora più salato, in futuro, se non si correrà subito ai ripari.
La conferenza che inizia domani cercherà soprattutto di capire come integrare il problema dell’acidificazione degli oceani, spesso ignorato, in un programma globale di accordo tra i vari Paesi sul surriscaldamento globale.
Patrocinato dal Principe Alberto di Monaco, il convegno è stato organizzato da UNESCO-IOC, SCOR, dall’International Atomic Energy Agency (IAEA), e dall’International Geosphere-BiosphereProgramme (IGBP). L’abstract della conferenza può essere scaricato qui.
[Fonti: www.wikipedia.org; www.highco2world-ii.org]
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