Un aumento dei prezzi dello zucchero pari al 26%, del mais pari all’11% e degli oli vegetali pari al 6%. Queste le gravissime conseguenze che si otterrebbero nel 2010, secondo le stime della Fao, se la produzione di biocarburante dovesse far registrare un incremento del 30% (rispetto ai dati del 2007) nella richiesta di materie prime per biofuel.
Proprio per queste ragioni l’organizzazione che vigila sulla stato di salute dell’agricoltura globale non approva le politiche europee e americane volte ad un potenziamento nella produzione di questo tipo di carburante. L’incremento dei prezzi di questi beni alimentari fondamentali per la nutrizione umana avrebbe infatti un peso enorme nell’accrescere il problema della fame nel mondo e della povertà.
Il rapporto annuale stilato dalla Food and Agriculture Organization sullo stato dell’alimentazione e dell’agricoltura, scoraggia dunque tutti i provvedimenti sinora adottati da vari governi del mondo per incentivare la produzione di biofuel, soprattutto quelli volti a finanziare parzialmente o completamente la generazione di biocarburante nonchè la deforestazione per far posto alle coltivazioni per biofuel. Invece di ostinarsi a buttare fondi dietro ai biocarburanti, le istituzioni farebbero bene, secondo quanto si evince dal rapporto, a dedicarsi alla sostenibilità ambientale, al potenziamento del settore agricolo e soprattutto tenendo sempre conto, in ogni decisione presa, della sicurezza alimentare mondiale, ora minacciata proprio dall’intensificarsi delle coltivazioni per biofuel.
Per quanto riguarda le obiezioni sollevate sull’esigenza di utilizzare carburanti da biomasse, contro il caro petrolio e soprattutto per diminuire l’inquinamento, la Fao è convinta che non saranno certo i biocarburanti a sopperire alla mancanza di oro nero e che bisogna puntare necessariamente sul biofuel di nuova generazione, per non turbare gli equilibri alimentari e scatenare una crisi sui prezzi dei beni di prima necessità. Per biofuel di nuova generazione viene inteso il biocarburante prodotto con scarti e residuii di molte fabbriche, residui di legno da produzione industriale, piante erbacee. Tutti materiali che non intaccherebbero i raccolti di prodotti agricoli destinati ad uso alimentare.
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