Sulle pagine di Ecologiae trattiamo spesso di cementificazione selvaggia, ecomostri, abusivismo, condoni reiterati che abusano legalmente del paesaggio architettonico e naturale.
Vorremmo, però, dare voce, e sempre più spesso, ad un’altra Italia, quella che crea e ricrea, con occhi fiduciosi e verdi, un Paese che progetta e investe in chiave ecosostenibile, che crede, che sogna e che spera in un futuro edificabile ed edificante.
Su questo filone, e ne parlavamo appena qualche giorno fa, si colloca la casa uovo made in Prato, un progetto di bioedilizia che ci ha incuriosito e su cui siamo voluti andare più a fondo, interpellando il team di architetti e ingegneri che l’ha ideata.
Risponde Roberto Casati, del Team Kasauovo.
Un progetto dalla forma…insolita, non c’è che dire, ma come vi è venuto in mente di disegnare una casa-uovo?
La fantasia bambinesca, la voglia di stupirsi e di stupire, la continua ricerca del nuovo e del bello.
Una casa passiva e antisismica improntata sull’efficienza energetica e sui principi cardine della bioarchitettura. E’ confortante sapere che accanto a un’Italia che cementifica selvaggiamente, c’è un’Italia che progetta sostenibile. Cosa manca nel nostro Paese per abbandonare il grigiume monotono del cemento e sperimentare nuove colorate forme di abitare a basso impatto?
Siamo stati per millenni il fulcro della fantasia, del progettare armoniosi paesaggi, della creatività in ogni arte. Negli ultimi 50 anni abbiamo distrutto quasi tutto.
Per la sciattoneria in cui siamo caduti, per la mancanza di rispetto di noi stessi e dell’ambiente, per questo volerci uniformare al tutto uguale/tutti uguali. Per fortuna ci sono segnali di nuova vivacità. Dobbiamo alimentare questi ruscelli e farli diventare fiumi impetuosi di nuova creativa bellezza. Per farlo, dobbiamo liberarci dai condizionamenti e promuovere/divulgare l’insegnamento.
Diamo un po’ di cifre… rinchiuderci nel nostro guscio quanto ci verrebbe a costare?
Meno di una casa tradizionale. Meno (anche abbastanza meno) di 2000 euro al mq. Stiamo lavorando al primo prototipo. Fra qualche tempo saremo più precisi.
Avete già pensato a come integrare l’uovo nel paesaggio architettonico: ci saranno interi “panieri” un giorno?
Sì, alla valle dell’ova (alleghiamo una bozza del progetto), dove gruppi di uova si inseriscono perfettamente nella campagna. Arricchendo il paesaggio. Vorremmo solleticare l’intuito dei Sindaci affinché possano vedere nella valle dell’ova un motivo di insegnamento ed anche di interesse turistico.
Avrete sicuramente seguito il matrimonio dell’edilizia sociale all’architettura sostenibile di Capannori, una collocazione simile sarebbe fattibile per le vostre uova?
Sì, con moduli per singola famiglia ed anche con gruppi di uova per locali comuni (scuole, etc.). Ogni kasauovo può recuperare a vita nuova circa 1000 kg di raccolta differenziata! Vuol dire, costruire senza abbattere alberi…
Con kasauovo e la valle dell’ova vorremmo esprimere anche un concetto filosofico di vita. Usare la tecnologia per recuperare il nostro tempo, le nostre relazioni e le nostre emozioni. Per vivere in armonia con la natura, per risparmiare il superfluo e dare miglior valore al nostro sudore quotidiano. Per aprire gli occhi e godersi lo spettacolo della vita.
roberto casati 11 Settembre 2013 il 7:12 am
KASAUOVO A FIRENZE.
In occasione della presentazione di Kasauovo al Parco Pazzagli, viene indetto un concorso fotografico libero: FOTOGRAFA KASAUOVO DAL TRENO!
Le foto più singolari saranno presentate il 21.09 all’inaugurazione.
Kasauovo di Roberto Casati