Curioso accostamento tra calcio e sostenibilità, quello di cui ci troviamo a parlare oggi. La Juventus si è infatti distinta tra le squadre italiane per la scelta di produrre magliette attraverso il riciclo delle bottiglie di plastica.
La Juventus sceglie per il suo completo da trasferta Away (il completo costituito dalla maglietta color giallo e dai pantaloncini blu, per intenderci) ha scelto la sostenibilità. Come testimonia infatti In A Bottle, le magliette in questione sono caratterizzate dalla produzione a basso impatto ambientale: si è infatti fatto utilizzo di materiale derivante dal riciclo delle bottiglie di plastica.
Maglietta e pantaloncini della divisa Away vengono realizzati con la fusione di 13 bottiglie di plastica riciclate, che dopo esser fuse in filato vengono trasformate in poliestere riciclato, con circa il 30% di risparmio energetico, peraltro, rispetto alla produzione standard del poliestere.
Le divise in questione vantano inoltre ottime caratteristiche: sono infatti state studiate per permettere ai giocatori di restare più asciutti mantenendo sempre il massimo della comodità. Il tessuto Nike Dri-Fit, infatti, risulta alleggerito del 23 per cento rispetto a quello della stagione calcistica 2013 – 2014, risultando tuttavia più resistente del 20%, e anche leggermente più elastico.
Insomma, vittoria: le magliette realizzate anche grazie al riciclo delle bottiglie di plastica risultano non solo ecosostenibili, ma anche di altissima qualità. Non capita spesso di poter parlare di calcio e di sostenibilità ambientale, questa iniziativa della Juventus appare quindi doppiamente lodevole, e ci si augura che nuove squadre di calcio italiane, in futuro, possano seguire l’esempio. Perché come sempre si tratta non solo di diminuire il nostro impatto ambientale, ma anche di diffondere la consapevolezza in merito al muoversi in una direzione ecoresponsabile.
In tutti i settori, quello dello sport incluso, si può fare qualcosa per diventare più green: l’iniziativa della Vecchia Signora ne è un ottimo esempio.
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