L’Italia era uno di quei Paesi che sembrava voler mettere gli obiettivi ambientali in secondo piano, preferendo quelli economici. Per questo è stato uno di quelli che si è opposto ai limiti alle emissioni a Copenaghen, e tra quelli che ha firmato in ritardo e con qualche riserva il protocollo di Kyoto, 13 anni fa.
Poi è arrivata la crisi, e ha scombinato tutti i piani. Ora sì che siamo vicini agli obiettivi decisi a Kyoto e che, fino a qualche anno fa, sembravano impossibili. Ad affermarlo è l’ex ministro dell’Ambiente, oggi Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi, il quale questa mattina ha snocciolato delle cifre confortanti: la riduzione delle emissioni rispetto al 1990 toccherà il 6,5%, quanto cioè previsto dal Protocollo, e ci sono possibilità anche che superi tale soglia. Noi a dir la verità ce lo auguriamo, perché al 2020 dobbiamo raggiungere almeno un 20%, che non è poco.
Come abbiamo fatto? Secondo Ronchi, i fattori del successo sono stati tre: uno è poco piacevole, e cioè la crisi economica appunto, che ha ridotto la produzione e di conseguenza le emissioni, ma gli altri due sono molto migliori, e cioè il risparmio energetico dovuto ad un incremento dell’efficienza, ed il ricorso alle rinnovabili che, nonostante sia poco pubblicizzato e poco stimolato dai provvedimenti governativi, quasi si raddoppia di anno in anno sin dal 2005.
Il calo delle emissioni che si registra nell’ultimo anno è di 36,3 milioni di tonnellate, ed attualmente siamo al -3% rispetto al 1990. Per eliminare le prossime 19 milioni di tonnellate che mancano per raggiungere l’obiettivo, la soluzione la fornisce lo stesso Ronchi:
Nei prossimi tre anni anche solo con una riduzione media come quella in atto prima della crisi, si arriverà tranquillamente a centrare l’obiettivo. Anzi, molto probabilmente, anche senza conteggiare i meccanismi flessibili, la riduzione delle emissioni sarà ancor maggiore del 6,5% richiesto. Anche l’obiettivo per il 2020, vedendo le tendenze in atto, è a portata di mano per l’Italia, a meno che non si interrompano le misure di incentivazione delle rinnovabili e quelle di sviluppo dell’efficienza energetica.
In effetti l’attuale Governo per l’anno 2010 ha già cominciato a tagliare, ma le potenzialità per far crescere il settore delle rinnovabili ci sono tutte.
Fonte: [Ansa]