L’Italia fa la cattiva e l’Unione Europea la mette in punizione. Dopo mesi di rilevazioni in tutta la Comunità, ben poche sono risultate le nazioni che hanno preso i provvedimenti adatti alle direttive ambientali imposte dai precedenti trattati, e quindi saranno in molte a dover rispondere delle loro azioni (o meglio, delle loro non-azioni).
Ma questo non ci deve essere di sollievo in quanto, se pure gli altri Paesi non sono stati così attenti, l’Italia risulta sempre il Paese peggiore, tanto da essere l’unico ad aver subito la diffida che, se non risolta in breve tempo, porterà all’inasprimento della procedura d’infrazione per il nostro Paese, che significa l’ennesima multa che dobbiamo pagare a causa della nostra cattiva politica.
Sotto accusa è l’aria inquinata, non solo a causa delle automobili (l’Italia ha uno dei sistemi di trasporto pubblico più arretrati di tutta Europa), ma anche e soprattutto a causa degli scarichi industriali, ancora senza regole, a cui non sono stati forniti gli strumenti per conseguire l’obiettivo famoso del 20-20-20 stabilito poche settimane fa. I limiti di PM10 però erano stati stabilità ben 4 anni fa, e quindi non ci sono scusanti per ragioni di tempo.
Il nostro Paese rischia anche il deferimento alla Corte di Giustizia europea a causa delle mancate autorizzazioni al controllo delle emissioni industriali, il vero tallone d’Achille del nostro Paese, che ospita alcune delle industrie più inquinanti al mondo. A pagare le conseguenze di questi ritardi, ma anche dell’incompetenza (ambientale) della nostra classe dirigente saranno sempre i cittadini. Infatti noi italiani la pagheremo in termini economici, in quanto una bella multa non ce la toglie nessuno, dato che sarà difficile che le cose cambino in così breve tempo, ma anche in termini di salute, in quanto l’inquinamento dell’aria che respiriamo è stato provato possa portare malattie come asma, problemi cardiovascolari, cancro al polmone ed anche morte prematura.
Fonte; [Ansa]