Dagli architetti italiani arriva un appello forte, chiaro, concreto affinché si metta fine allo scempio del territorio. Da una classe sempre più attenta all’importanza dell’ecosostenibilità arriva un vero e proprio schiaffo in faccio alle politiche edilizie di questo governo e dei passati governi. Gli architetti chiedono a gran voce l’accantonamento di grandi progetti insostenibili, considerati utili solo alla celebrazione (sottile qui, il confine con l’autocelebrazione) di qualcosa o qualcuno, in favore di una nuova visione dell’edificabilità del territorio, più moderna, che possa rientrare in un vero e proprio piano di sicurezza nazionale per la salvaguardia del territorio e del paesaggio.
Gli architetti italiani sembrano voler prendere le distanze da quanto avviene oggi in Italia in termini di edilizia irresponsabile, e lo fanno con un appello dai toni forti e inequivocabili:
Il nostro Paese crolla sotto i colpi dell’incuria umana, dell’imperizia, della fatalità, del malaffare. Le tragedie, infatti, quasi sempre accadono per colpa degli uomini, del loro fare sbadato o criminale, di tecniche sbagliate, di errori od omissioni. Continuiamo ad assistere distrattamente all’aggravarsi del dissesto idrogeologico del nostro territorio.
L’Ordine italiano degli architetti sembra voler comunicare, a tutti, la propria estraneità al fenomeno dell’edilizia scriteriata. Il dissesto idrogeologico di cui si parla sopra, al centro di così tante polemiche correlate ai gravi disastri ricaduti sull’Italia nel 2012, è uno dei punti focali dell’appello lanciato dall’Ordine:
L’Emilia e la Lombardia oggi, l’Abruzzo ieri. I territori italiani sussultano e gli edifici crollano. Non possiamo più stare a guardare uno stillicidio di morti, non possiamo più ascoltare un bollettino di guerra che ogni giorno elenca il suo inventario di lutti’.
L’appello dell’Ordine degli architetti italiani prosegue in maniera sobria eppure vibrante, con una richiesta semplice ma al contempo capace di concentrare tutta la volontà di miglioramento che l’Ordine si sente in grado di poter mettere in pratica nel nostro paese:
le mani sulla città hanno avuto ricadute cosi’ diffuse da contribuire a distruggere materialmente anche i luoghi in cui viviamo. Le città, ormai, sono luoghi degradati, avviliti, privi di quella sana progettualità in grado di dare sicurezza e qualità diffusa ai nostri cittadini. Chiediamo alle istituzioni di cominciare una seria, profonda e articolata campagna di messa in sicurezza di tutti gli edifici, sia pubblici sia privati, italiani.
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