In Israele il 70% dell’acqua potabile arriva direttamente dal mare: sembra strano eppure è davvero così, grazie a un processo di desalinizzazione a osmosi inversa che consente di raggiungere ottimi risultati. E così si scopre che dalla spiaggia di Palmachim, la più conosciuta della costa israeliana, ogni giorno vengono sfruttati 624,000 metri cubi di acqua che attraverso lunghi tubi vengono trasportati e trasformati in acqua potabile.
Ancora una volta dunque Israele si mostra paese in forte evoluzione, come già dimostrato in questa prima parte di Expo2015 nella quale il padiglione Israele ha mostrato innovazioni in campo tecnologico e agricolo. Non stupisce dunque che il Paese si sia organizzato per sfruttare la tanta acqua del mare per ottenere acqua potabile, un bene prezioso che ancora purtroppo scarseggia in gran parte del mondo.
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Il più grande impianto di desalinizzazione a osmosi inversa ha la sua base a Sorek; il direttore tecnico Micha Taub, a capo di questo grande progetto che ha rappresentato la svolta per Israele, ha sottolineato di quanto questo processo fornisca acqua potabile: Alla fine l’acqua è perfettamente sicura da bere, con tutto ciò che concerne alcalinità e durezza.
Il processo di desalinizzazione che subisce l’acqua di mare rappresenta la chiave di volta per un Paese che ancora una volta non si è fermato davanti alle difficoltà: la carenza di acqua era uno dei problemi più grandi da risolvere per un territorio largamente desertico. Quattro impianti sono stati aperti negli ultimi anni e altri vedranno la luce a breve: alla fine riusciranno a coprire il 70% dell’acqua potabile del Paese.
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