L’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, risponde forte e chiaro all’attacco del ministro Clini che lo ha definito un istituto non all’altezza del compito che dovrebbe svolgere. Il ministro Clini dovrebbe rileggere la parabola della volpe e dell’uva, rispondono gli esperti dell’Ispra. Al ministro, affermano, l’Ispra sembra acerba solo perché non è riuscito a mangiarla.
La risposta dell’Ispra all’attacco duro di Clini, che ne ha messo in dubbio l’attendibilità, non si è fatta attendere ed è una risposta senza mezzi termini: il ministro, secondo l’Ispra, non vuole far altro che denigrare per meglio smantellare e assoggettare ai propri voleri (che coincidono con quelli delle grandi aziende) l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. La risposta dell’Ispra merita senz’altro di essere citata estesamente:
È infatti strano che questo sconcertante attacco di Clini al principale Istituto che si occupa d’ambiente arrivi subito dopo il suo tentativo di distruggerlo nella recente spending review, in cui il Ministro ha cercato di fare uno “spezzatino” per portare a via Cristoforo Colombo le parti che gli interessavano, in particolare quelle legate alle autorizzazioni ambientali. Per fortuna la manovra è stata sventata dall’azione di USB e di alcuni parlamentari, ma l’obiettivo del Governo, neanche troppo mascherato, sembra essere quello di “addomesticare” i pareri ambientali nell’interesse delle aziende, che insieme a quello delle banche è l’unico seguito da Monti, come dimostra il tentativo di ottenere in tempi record una “Super AIA” (Autorizzazione integrata ambientale) per l’Ilva di Taranto.
Il progetto di asservimento, come sottolineano i responsabili USB PI Ricerca, non può che passare dallo smantellamento della ricerca pubblica e degli organismi indipendenti. E, con orgoglio sottolineano infine come la crescita e il miglioramento dell’Ispra sia stato ostracizzato in primo luogo proprio dal ministero, per poter meglio tenere l’istituto sotto controllo.
L’ISPRA sicuramente non è perfetta e ha tanti problemi, come USB ha sempre sottolineato, ma uno dei principali fattori che negli ultimi anni ne hanno frenato l’efficienza e lo sviluppo come ente di ricerca autonomo e credibile, è proprio l’azione del Ministero e del Consiglio d’Amministrazione da esso nominato, in cui sono presenti proprio ex Direttori generali del Ministero, i quali da oltre due anni impediscono perfino che esca uno statuto dell’Istituto, in modo da poterlo tenere debole, sotto scacco e minaccia di chiusura.
Se l’attacco del ministro Clini all’Ispra è stato duro, la difesa, alimentata dalla frustrazione, è stata talmente forte e priva di peli sulla lingua da apparire ancora più dura dell’attacco.
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