Il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque redatto dall'ISPRA è stato aggiornato al biennio 2013 - 2014. Alto il numero dei campioni oltre i limiti, molto frequente la presenza del glifosato.
Sono dati preoccupanti quelli che emergono dall’edizione 2016 del Rapporto nazionale pesticidi nelle acque pubblicato dall’ISPRA. I dati si riferiscono al biennio 2013 – 2014 e registrano una significativa crescita dei punti di controllo risultati contaminati. Tra le sostanze spesso al di sopra dei limiti figura anche il glifosato, erbicida da alcuni mesi al centro dell’attenzione anche a livello europeo. Allarmante appare anche la diffusione dei così detti ‘cocktail’, miscele di sostanza diverse i cui effetti sull’uomo sono di difficile valutazione.
La rete di rilevamento dei pesticidi
Il rapporto pubblicato dall’ISPRA si basa su una serie di dati ottenuti tramite campionamento delle acque superficiali e sotterranee e raccolti dalle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente. Per il 2014 in particolare l’indagine ha preso in considerazione 3.747 punti di campionamento sui quali sono stati eseguiti 14.718 campioni. Nella analisi sono state ricercate un totale di 365 sostanze differenti, andando in questo modo ad ampliare lo spettro di ricerca rispetto ai dati del 2012 (335 sostanze ricercate). Nel biennio 2013 – 2014 i campioni eseguiti sono stati complessivamente 29.220 e su questi sono state eseguite 1.351.718 misure analitiche. Nelle analisi sono state rilevate 224 sostanze diverse con una prevalenza degli erbicidi; in forte crescita rispetto al passato la presenza di fungicidi e insetticidi anche per effetto del più ampio spetto di sostanze ricercate.
Per interpretare correttamente i dati occorre anche sottolineare come la rete di monitoraggio non sia uniforme sul territorio. Di due regioni, la Calabria ed il Molise, non si dispone di dati mentre sono 5 le regioni per le quali non sono disponibili dati sulle acque sotterranee. Va inoltre evidenziato che nelle cinque regioni della pianura padano-veneta si concentra quasi il 60% dei punti di monitoraggio della rete nazionale. Infine va precisato che la presenza di diversi pesticidi è stata cercata solo da alcune regioni determinando in questo modo dati non del tutto omogenei sul territorio nazionale.
Cala l’uso di fitosanitari
Nella categoria dei pesticidi rientrano da un punto di vista normativo sia prodotti fitosanitari (su cui esistono dati storici sulle vendite) che biocidi (su cui mancano dati completi).
Nel solo 2014 in Italia sono state utilizzate in agricoltura circa 130 mila tonnellate di prodotti fitosanitari contenenti oltre 400 tipi di sostanze differenti. Rispetto ai dati del 2001 l’uso di questi prodotti è in calo del 12% a testimonianza di come l’impiego di sostanze chimiche in agricoltura avvenga oggi in maniera più cautelativa. A fronte di questi numeri però i dati mostrano come il numero di punti contaminati da pesticidi tra il 2003 ed il 2014 sia aumentato del 20% per le acque superficiali e del 10% per le acque sotterranee. Dati solo in apparenza contraddittori che, fa notare l’ISPRA, si spiegando tenendo conto di due fattori: da un lato in molte regioni del centro – sud sono emerse con ritardo contaminazioni prima non rilevate; dall’altro la presenza di pesticidi nell’ambiente è influenzata dalla persistenza di queste sostanza nel tempo e dalla caratteristiche dei terreni attraversati.
Pesticidi nelle acque
Per le acque superficiali il rapporto ISPRA indica come nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio sia stata rilevata la presenza di pesticidi. In 274 punti di monitoraggio, pari al 21,3% del totale, i dati rilevati sono risultati superiori ai limiti di qualità ambientali. Tra le sostanze che più di frequente hanno superato i limiti figura anche il glifosato assieme al suo metabolita AMPA. Geograficamente la presenza di pesticidi nelle acque superficiali raggiunge punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria.
Non molto migliore è la situazione delle acque sotterranee che, almeno da un punto di vista geologico, dovrebbero risultare più protette dalla contaminazione. Nel 31,7% dei 2.463 punti di controllo considerati le acque sono risultate contaminate da pesticidi. In 170 punti di rilevamento, pari al 6,9% del totale, sono stati rilevati valori superiori ai limiti. Friuli Venezia Giulia (68,6%) e Sicilia (76%) le regioni in cui si registra il più alto tasso di contaminazione delle acque sotterranee.
Il glifosato e le miscele di pesticidi
Come accennato il glifosato è tra i pesticidi più frequentemente individuati nelle acque superficiali con valori spesso al di sopra dei limiti. Su questo erbicida è in corso una dura battaglia politica a livello comunitario tra paesi che ne chiedono la messa al bando (tra cui l’Italia) ed altri che invece ne vorrebbero estendere l’autorizzazione all’uso anche per i prossimi anni. Forti dubbi sull’uso del glifosato come erbicida in agricoltura sono stati sollevati da uno studio dell’International Agency for Research on Cancer (IARC) che nel 2015 ha classificato la sostanza come probabilmente cancerogena.
Altro dato che viene sottolineato nel rapporto ISPRA sui pesticidi riguarda le miscele di diverse sostanze (fino a 48) rilevate in alcuni campioni. Mentre i livelli delle singole sostanze prese individualmente possono essere inferiori ai limiti, ben poco si sa dell’azione combinata di cocktail di sostanze sulla salute umana. Molti studi suggeriscono che la tossicità di una miscela di sostanze sia sempre superiore a quella delle singole componenti e che di conseguenza una corretta stima del rischio dovrebbe prevedere limiti specifici.
Photo Credits | ISPRA
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