Una spedizione compiuta da Greenpeace e dal British Antartic Survey nell’Oceano Antartico ha riscontrato la presenza di plastica in quello che finora sembrava essere un luogo ancora non raggiunto dall’uomo, e dalla sua inciviltà.
Lo studio, pubblicato da Marine Environmental Research, ha rilevato la presenza al largo della costa orientale del continente di tracce di reti da pesca, di un bicchiere, e due sacchetti di plastica abbandonati, mentre alla deriva nei pressi del mare di Amudsen, ad occidente, sono stati rinvenuti alcuni oggetti di plastica, per un totale di 51 rifiuti.
Nonostante si tratti- ancora- di una piccola percentuale di rifiuti di plastica a galleggiare nelle acque dell’Oceano Antartico i ricercatori di Greenpeace e del British Antartic Survey che hanno preso parte alla spedizione temono che
Questa potrebbe essere l’avanguardia di un’ondata di rifiuti che solo adesso sta iniziando la sua strada verso l’Antartico. Per ora i fondali non sembrano essere stati contaminati, ma non si può sapere cosa succederà in futuro.
Come spiega David Barnes che ha guidato la spedizione, i 51 pezzi di plastica trovati potrebbero essere solo l’inizio di una nuova isola di rifiuti. L’aspetto positivo riguarda però i fondali dell’Oceano Antartico che sembrano essere ancora incontaminati, come hanno rivelato gli esami condotti.
Finora l’isola di rifiuti più grande trovata nelle acque dei nostri Oceani è la Great Pacific Garbage Patch, formatasi nel Pacifico a partire dagli anni ’50 e che ha raggiunto una dimensione compresa tra i 700 mila e i 15 milioni di Km quadrati. Dagli studi effettuati negli ultimi 20 anni dalla ricercatrice Kara Lavender Law è emerso tuttavia che ci sono altre isole oceaniche di rifiuti, una nei pressi del mar dei Sargassi, nell’Oceano Atlantico, e altri due accumuli di spazzatura nel Pacifico, uno a ovest delle coste del Cile e un altro tra l’Argentina e il Sud Africa.
Molto curioso e forse inquietante è il pensiero scaturito dalle menti degli studiosi olandesi della WHIM Architecture che hanno pensato di progettare una Recycled Island, un’isola riciclata. Praticamente gli immensi accumuli di spazzatura presenti nelle acque del Pacifico, nella location del North Pacific Gyre, potrebbe trasformarsi in un’isola abitabile, ecologica, e sostenibile. Questa non sarebbe la prima idea per riciclare il non riutilizzabile.
[Fonte: Sciencedirect]
[Foto: Ansa]
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