L’Italia ha un’altra (l’ennesima) marea nera. L’isola di Favignana, al largo di Trapani, è stata invasa in un giorno da 500 kg di catrame. Spuntati dal nulla, in molti si sono chiesti come ciò potesse accadere dato che non ci sono incidenti, almeno noti, nell’area. La risposta l’ha data Legambiente che ha parlato di uno sversamento voluto di qualche nave che ha lavato le proprie cisterne nelle vicinanze della costa, permettendo così che il mare diventasse nero pece.
I danni sono ingenti:
Purtroppo il catrame si è depositato anche sulla preziosa spiaggia corallina di località Pozzo, uno dei luoghi più belli e significativi, dal punto di vista ecologico, della costa di Favignana. Lo sversamento è in quantità esigue, ma distribuito su tutta la costa, e solo un intervento tempestivo e veloce di ripulitura potrà consentirci di minimizzare il danno.
ha spiegato il Direttore dell’AMP (Area Marina Protetta), Stefano Donati, il quale ha aggiunto:
Questo sversamento è probabilmente da addebitarsi alla pratica indecente del lavaggio delle cisterne di una petroliera, effettuata da qualche comandante senza scrupoli, magari in acque internazionali. Non può quindi parlarsi di incidente, ma di evento doloso, che purtroppo resterà come al solito senza colpevoli. Lo Stato e le Autorità internazionali dovrebbero attivarsi maggiormente per impedire e reprimere con forza questi abusi, che minacciano gravemente l’ambiente e l’economia delle coste.
Il fenomeno ha avuto inizio nella giornata dell’11 gennaio scorso ed in tre giorni ha comportato lo scurimento delle coste che vanno da Punta Ferro a Cala del Pozzo, tutta area protetta. Purtroppo le macchie di catrame non si sono limitate alla zona limitrofa alla costa, ma sono state rilevate chiazze nere anche in alto mare. Solo la corrente ha potuto disperdere la maggior parte del catrame che in questi giorni gli addetti ai lavori e i volontari stanno spalando via dalla spiaggia.
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