L’Islanda ha deciso di abolire il Ministero dell’Ambiente, una scelta che certamente farà discutere nel resto del Mondo e in Europa. Il Paese peraltro aveva progettato di entrare nell’Unione europea, ma probabilmente questa notizia non aiuterà il Paese. Ma perché questa decisione? E cosa accadrà della flotta di baleniere?
Da un accordo tra il Partito Laburista e il Partito Indipendente si è deciso di eliminare il Ministero dell’Ambiente islandese. Dopo la notizia, si legge tra le righe, che di fatto il Ministero non è stato proprio abolito, ma incorporato con il Ministero dell’Agricoltura e della Pesca, ma probabilmente conterà meno a livello politico. Nella decisione presa dal governo dell’Islanda c’è chi vede la scelta una “mossa politica” per non occuparsi del problema balene, e ricordiamo che le balenottere e le balene rischiano l’estinzione a causa dell’uomo. Già il Giappone ha aggirato la legge promulgata dalla Commissione Baleniera Internazionale per vietare la pesca dei grandi mammiferi marini, che continuano ad essere catturati ma “per ricerca scientifica”.
Come informano i partiti di opposizione del Paese e le associazioni ambientaliste islandesi, quel che si teme maggiormente è cosa accadrà a livello legislativo per le balene: l’Islanda dispone di una discreta flotta di baleniere che rifornisce anche il Giappone, il primo Paese al mondo nel consumo di carne di balena. Per l’anno 2012 la caccia alle balene in Islanda era stata abolita, non per motivi etici o ambientali: ma per motivi fiscali. Il governo non aveva rinnovato la deduzione fiscale prevista per i cacciatori di balene durante la stagione di caccia in mare e per questo molti di essi avevano deciso di non dedicarsi alla pesca dei grandi mammiferi marini. Oggi che di fatto non esiste più un Ministero dell’Ambiente, l’adesione alla normativa della Commissione Baleniera Internazionale sarà l’ultimo dei pensieri dello Stato.
[Fonte: GeaPress]
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