Secondo la nuova ricerca condotta da Ernst & Young, e commissionato dalla National Grid, se i vari flussi dei rifiuti dell’intero Regno Unito fossero sfruttati per la produzione di biogas, la metà delle abitazioni dell’intera nazione potrebbe essere riscaldata in questo modo.
A questo appello pare che la politica britannica non sia rimasta indifferente, in quanto, come tutto il mondo anglosassone, è da sempre sensibile alle tematiche ambientali. Soprattutto da quando il destino del petrolio è segnato. Per questo il Governo ha deciso di intraprendere uno studio sui costi per capire quanto effettivamente conviene investire in questa tecnologia, ed il risultato è stato sorprendente: “solo” 10 miliardi di sterline (poco più di 11 miliardi di euro). Molto meno di qualsiasi altra forma di produzione energetica con un raggio d’azione così ampio.
Il biogas è una delle forme di produzione energetica più ecologiche al mondo, in quando può essere generato da liquame, letame, cibo e altri rifiuti, tutti agenti inquinanti che però, se utilizzati a dovere, potrebbero tornare più che utili. Per poter fruttare deve essere collegato alla rete del gas naturale, quella che nel Regno Unito si chiama National Grid, che già si è dichiarata interessata all’iniziativa.
L’opera potrebbe essere presto attuata in quanto non sussistono ostacoli nè di natura tecnica (si conosce già il processo di trasformazione) nè di sicurezza, in quanto alcune centrali già esistono e sono più che sicure: non hanno scarti, non inquinano, non sono a rischio esplosione (o disastro atomico). Oltremanica esiste una sorta di ordinanza, il Renewable Obligation scheme, uno schema che istruisce gli operatori su come inserire nel circuito energetico nazionale le energie rinnovabili, ovviamente con grossi incentivi rispetto alla produzione classica. In questo schema presto verrà inserita anche questa possibilità del biogas, che porterà ad un’ulteriore spinta verso la produzione di questa energia pulita.
[Fonte: Treehugger]