L’aumento degli investimenti nel settore delle energie rinnovabili degli ultimi anni ha ammorbidito i mercati, i quali hanno cominciato ad abbassare i costi di produzione, in particolare nei settori eolico e solare, in modo da far scendere i prezzi e renderli accessibili a tutti. Il prezzo dei moduli fotovoltaici solari, per esempio, è previsto che scenda di oltre il 43% nel 2009.
Nonostante le turbolenze nei mercati finanziari mondiali, il valore della transazione del mercato globale del carbonio è cresciuto dell’87% nel corso del 2008, raggiungendo un totale di 120 miliardi di dollari. In seguito all’iniziativa dell’Unione europea per il rispetto del protocollo di Kyoto, numerosi Paesi stanno ora mettendo a punto un sistema di mercati interconnessi di carbonio e di lavoro verso un regime globale sotto la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
Su base regionale, gli investimenti in Europa nel 2008 sono stati di 49,7 miliardi di dollari, con un incremento del 2%, a differenza del Nord America che ha investito “solo” 30,1 miliardi, con un calo dell’8%. Queste aree hanno registrato un rallentamento nel finanziamento di nuovi progetti di energia rinnovabile per la mancanza di operazioni di finanza e progetti a causa della crisi economica. Ma chi regge tutto il gioco sono i Paesi in via di sviluppo, che hanno aumentato del 27% rispetto al 2007 i propri investimenti, i quali rappresentano un terzo di quelli globali.
A guidare l’Asia ovviamente è stata la Cina che ha investito 15,6 miliardi di dollare (il 18% in più), per lo più nei nuovi progetti eolici e biomassa. Gli investimenti in India sono cresciuti del 12%; il Brasile ha rappresentato la quasi totalità di tutte le energie rinnovabili dell’America Latina nel 2008, con l’etanolo che ha visto un incremento del 76% in un solo anno, circa 10 miliardi di dollari. L’Africa invece ha raggiunto un modesto aumento con 1,1 miliardi investiti, che però rappresentano un più 10% che fa ben sperare.
In definitiva gli Stati Uniti e la Cina restano i leader indiscussi, ciascuno con un investimento nel 2008 di circa 67 miliardi di dollari, ma l’incremento maggiore l’ha avuto la Corea del Sud con un più 20% di energia pulita. Questo stimoli verdi illustrano la volontà politica di un numero crescente di Governi di garantire la futura crescita ecologica attraverso lo sviluppo economico.
E per il futuro cosa ci attende? Tra il 2009 e il 2011 l’UNEP ha stimato in un minimo di 750 miliardi di dollari, circa il 37% in più rispetto agli investimenti attuali o l’1% del PIL mondiale, gli investimenti necessari per finanziare una ripresa economica sostenibile, investendo nei cinque settori chiave dell’economia globale: edifici, energia, trasporti, agricoltura e acqua. A questi vanno aggiunti gli investimenti anche nello stoccaggio del carbonio, aspetto necessario per riuscire a combattere l’inquinamento, il quale ha un costo stimato di circa 500 milioni di dollari da investire entro il 2020.
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