Alle volte le invenzioni migliori avvengono per caso. La storia che vi stiamo per raccontare proviene dagli Stati Uniti, terra natale di tante invenzioni ecologiche, sempre prolifica nel campo delle tecnologie, e purtroppo sempre molto più avanti della nostra vecchia Europa.
Xiaomei Jiang, ricercatrice dell’Università della Florida, insieme alle sue colleghe cercavano un modo per dare potenza ai sensori dei loro microscopi che potessero rilevare tossine o sostanze chimiche pericolose, che le aiutassero a scoprire queste sostanze in punti infinitesimamente piccoli.
Quello che a loro serviva era un generatore di potenza grande all’incirca 2-3 cm, e non riuscendo a trovare nulla di tradizionale di così piccolo, hanno svoltato sull’energia solare. Ma non stiamo parlando delle classiche celle solari che si trovano sui tetti delle case, costruite in silicio, ma sono fatte con un polimero (una lunga molecola organica composta di ripetute unità strutturali), con le stesse proprietà elettriche delle celle classiche. La novità sta nel fatto che stavolta questo nuovo materiale si può sciogliere e stamparlo su del materiale flessibile, anche in piccolissime dosi, diventando così il generatore di energia solare più piccolo del mondo.
Credo che questi materiali abbiano un potenziale molto più grande rispetto ai tradizionali pannelli di silicio. Essi potrebbero essere spruzzati su qualsiasi superficie che è esposta alla luce del sole come un’uniforme, una macchina, una casa.
Queste le parole della dottoressa Jiang, la cui più grande soddisfazione però è di aver inventato un materiale che possa dare energia anche ad apparecchi minuscoli come quelli analizzati al microscopio.
Nel frattempo altri scienziati stanno studiando le vernici solari, finora ancora leggermente meno efficienti delle celle di silicio, dato che convertono solo il 12% del calore solare che le colpisce in energia elettrica. L’invenzione dello spray però non è ancora pronta. Infatti, applicata al microscopio, essa riesce a dare soltanto la metà dell’energia necessaria (circa 7,8 volt su 15), ma in Florida non ci si scoraggia, ed è già partita la sperimentazione per combinare questo spray con dei sensori chimici per aumentare il voltaggio. L’obiettivo dei 15 volt necessari, secondo la Jiang, è raggiungibile entro la fine dell’anno.
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