Dagli scienziati dell’Università Milano Bicocca arriva una nanospugna in grado di assorbire enormi quantità di gas, una spugna realizzata con materiali organici del tutto biodegradabili, senza alcun tipo di metallo pesante, che potrebbe portare ad alcune applicazioni ecosostenibili molto interessanti.
La nanospugna assorbi-gas realizzata dai ricercatori dell’Università di Milano Bicocca presenta una superficie di ben 5 mila metri quadri e un peso pari, incredibile ma vero, a solo 1 grammo. Le particolari proprietà di questa spugna le permettono di assorbire quantità ragguardevoli di svariati gas, tra cui CO2, metano e idrogeno. I nuovi materiali dalle proprietà simili a quelle delle spugne sono realizzati con molecole di peptidi ricavate dalla soia, Per questo quando tali spugne assorbigas esauriscono la loro funzione possono essere tranquillamente smaltite con gli altri rifiuti urbani. Passando alle possibili applicazioni di questa nuova meraviglia tecnologica italiana, occorre precisare che ovviamente queste sono ancora in fase di ideazione, ma già si parla di applicazioni nel commercio di gas, nella produzione di vetture eco-friendly e nella separazione dell’anidride carbonica a livello industriale. Piero Sozzani, professore dell’Università Milano Bicocca nonché coordinatore del progetto, ha spiegato:
Le applicazioni sono interessanti in tre ambiti. Nel trasporto di bombole di gas più leggere, meno ingombranti e sicure delle attuali perché il gas viene stoccato a pressioni minori; nella separazione di CO2 a livello industriale; nell’industria automobilistica per le vetture a metano e a idrogeno. […] Stiamo entrando nella fase del trasferimento tecnologico alle aziende che hanno dimostrato interesse per la nostra scoperta: società di trasporti pubblici e privati e della distribuzione di energia. Questi materiali sono un esempio concreto dell’efficacia e dell’eccellenza della ricerca italiana.
La ricerca italiana continua a produrre ritrovati dall’indubbio valore, come questa nanospugna in grado di rendere più sostenibili alcune inevitabili operazioni industiali e commerciali, nonché, ci si augura, di sostenere lo sviluppo di autovetture meno inquinanti.
Photo credits | Steve Bowbrick su Flickr
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