L’intelligenza artificiale è un tema sul quale si dibatte con crescente interesse da molti anni. Tuttavia, in questa buona frequenza di dibattiti c’è spesso un argomento che finisce con il non disporre delle attenzioni che meriterebbe: la necessità di soddisfare il grande fabbisogno energetico di cui l’intelligenza artificiale necessita per funzionare.
Quanto pesa l’intelligenza artificiale in termini di emissioni?
Un recente studio del MIT si è occupato di tutto ciò in modo autorevole, sostenendo che per allenare una sola intelligenza artificiale è necessario produrre tante emissioni quanto quelle che cinque automobili produrrebbero durante il proprio ciclo di vita, ovvero circa 290 tonnellate di CO2eq. L’emissione inquinante non è tuttavia costante in tutte le fasi di apprendimento, ma cresce in maniera notevole nel momento in cui l’intelligenza artificiale dimostra di aver imparato la maggior parte delle cose, entrando così in una fase di perfezionamento.
Come ottimizzare i consumi dell’intelligenza artificiale
Di qui, un’evidente necessità: come ottimizzare i consumi dei sistemi di intelligenza artificiale? La soluzione prospettata è quella di utilizzare fonti energetiche rinnovabili, che possano ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’intera fase di apprendimento. Nel caso in cui l’intelligenza artificiale necessiti invece di energia da combustibili fossili, la si potrebbe “allenare” per poter scegliere le ore a più bassa intensità, considerato che l’intensità di carbonio dell’energia cambia a seconda dell’ora del giorno.
Evidentemente, molto si potrà poi fare in termini di ricerca tecnologia: sempre dal MIT arriva infatti un nuovo algoritmo di intelligenza artificiale once-for-all-network, che serve a distribuire in modo più efficiente il deep learning su un maggior numero di piattaforme hardware (fino a 1/1.300 di emissioni di CO2 rispetto ai modelli tradizionali).
Insomma, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale può facilmente essere interpretato come una soluzione valida per decarbonizzare alcuni processi e attività inquinanti. E, nonostante emetta molta anidride carbonica, potrebbe alimentare un circolo virtuoso che potrebbe fare la differenza nel breve termine.