Un evento storico, che stranamente sta passando piuttosto sotto silenzio, è avvenuto ieri a Washington. Gli Stati Uniti, il Cananda, Messico, Ghana, Svezia e Bangladesh hanno deciso di unire le proprie forze per ridurre di cifre considerevoli le proprie emissioni. Non si tratta però di quelle di CO2 al centro dei dibattiti tra Kyoto-2 ed altri trattati, ma di altri tipi che però possono essere altrettanto pericolosi: metano, nerofumo ed idrofluorocarburi.
In particolare questi ultimi probabilmente i peggiori, visto che sono stati i primi ad essere riconosciuti responsabili del buco dell’ozono. Per anni nei Paesi Occidentali questi sono stati usati sempre di meno fino al tentativo di eliminarli del tutto, ma alcuni Paesi come Cina e India si sono sempre opposti alla loro eliminazione. Per questo i rappresentanti dei 6 Paesi riuniti ieri hanno deciso di fare da soli.
Il metano invece è riconosciuto come gas ad effetto serra dalle 25 alle 70 volte più potente della CO2, tanto che secondo molti scienziati sarebbe il primo gas a cui dedicarsi, ancora più importante dell’anidride carbonica, la quale viene spesso citata solo perché ce n’è di più, e non perché più disastrosa.
Il nerofumo infine è, se così si può definire, la new entry di questa lista, in quanto solo negli ultimi anni è stata riconosciuta come uno dei fattori che portano al riscaldamento globale più legati alle attività umane perché prodotta dalla combustione di fonti fossili, come petrolio, carbone e gas, e prende una consistenza di patina nera che va a depositarsi in particolare nei pressi dei ghiacciai. Qui assorbe con maggiore forza i raggi solari, accelerando lo scioglimento dei ghiacci.
Insieme questi tre fattori producono il 30-40% dell’effetto serra, hanno spiegato i ricercatori che hanno posto le basi di questo accordo, e la loro riduzione dovrebbe essere almeno tanto importante quanto quella della CO2. Al momento non sono note le percentuali per cui verranno ridotte queste emissioni, ma si sa che questi Paesi parteciperanno ad un fondo comune da dedicare ai lavori di manutenzione dei gasdotti, discariche e depuratori che sono i principali responsabili delle emissioni di questi gas.
[Fonte: Corriere della Sera]
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