Inquinamento termico
Per inquinamento termico si intende una anomalia, di causa antropica, nelle temperature registrate all’interno dell’ecosistema. Si distinguono due tipi di inquinamento termico:
- un inquinamento termico diretto, quando la sorgente inquinante agisce direttamente immettendo energia termica nell’ecosistema in cui si colloca, provocandone un innalzamento di temperatura immediato ed elevato;
- un inquinamento termico indiretto, quando gli effetti delle sorgenti inquinanti si ripercuotono a scala globale. In tal caso le sorgenti inquinanti sono essenzialmente gas clima alteranti come il metano, gli idrocarburi alogenati e l’anidride carbonica responsabili dell’effetto serra.
Il secondo tipo di inquinamento è considerabile pertanto come un aspetto del global warming e dell’effetto serra. L’inquinamento termico del primo tipo, quello che agisce a scala locale e diretta è spesso riconducibile alla già citata situazione per la quale si ha un’industria che riversa nel mare o in un fiume tonnellate di acque di raffreddamento con pesanti effetti sulla biologia degli ecosistemi acquatici tra i quali:
- la morte della flora batterica, fondamentale nei processi di autodepurazione dell’acqua;
- l’allontanamento o la moria delle specie (di alghe, di pesci e di crostacei) che sono intolleranti al calore;
- la proliferazione delle specie tolleranti il calore (noto il caso delle alghe nell’Adriatico);
- alterazioni nella struttura delle comunità e nel funzionamento dell’ecosistema (variazioni nei tassi di crescita e di respirazione, alterazioni dei tassi di alimentazione degli organismi, senescenza precoce, precoce raggiungimento dell’età riproduttiva);
- proliferazione di batteri ed altri agenti patogeni.
Un aumento della temperatura implica inoltre la diminuzione della solubilità dell’ossigeno. Qualsiasi riduzione del tenore in ossigeno dell’acqua, specialmente quando è presente inquinamento organico, può provocare la perdita di specie sensibili.
Le vigenti leggi in materia di inquinamento termico (10.05.1976 n. 319 e 21.12.1979 n. 650) impongono, per gli scarichi superficiali in ambienti idrici, il rispetto dei seguenti punti:
- 35 °C come valore massimo della temperatura dello scarico nel punto di immissione nel corpo ricevente;
- 3 °C come massimo sovralzo termico, rispetto alla temperatura del corpo naturale, entro 1.000 m dal punto di immissione.
Tutte le principali normative emanate, a livello nazionale e locale, per far fronte a questa emergenza tendono a rimuovere i principali fattori causali del fenomeno.
Fonti: [aduc-funzionesociale.com; lenntech.it; wikipedia.com]
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