L’inquinamento a Roma non è solo Malagrotta, purtroppo, c’è lo smog oltre ai rifiuti a degradare anno per anno una delle città più belle, e antiche al mondo. Uno studio condotto dall’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra) e dall’Istituto per la conservazione ed il restauro (Icr) ha messo in evidenza che i monumenti della Capitale ogni anno perdono 6 micron di materiale a causa dell’inquinamento atmosferico.
Sono 77 i monumenti del centro storico analizzati dai due enti di ricerca, tra quelli segnalati per vulnerabilità; tra essi quelli che sono più sottoposti agli effetti dello smog sono delle chiese, situate in punti nevralgoci della mobilità romana:
- San Marco, ubicata in Piazza Venezia;
- San Martino ai Monti, nei pressi di via Merulana e via Cavour;
- San Tommaso in Parione, nei pressi di Piazza Navona;
- Santa Cecilia in Trastevere, il cui stato di salute è fortemente compromesso anche dall’umidità del vicino Tevere
- San Filippo Neri, alla Pineta Sacchetti;
L’erosione dei monumenti è compresa tra 5,7 e 6,3 millesimi di millimetro (micron) ogni anno, ma nelle zone più a rischio la riduzione dello spessore degli edifici storici è compreso tra 6 e 6,2 micron. Il valore è al di sotto dei limiti dell’Acceptable deterioration rate, ossia il valore tollerato di erosione stabilito dall’Unione europea. Lo smog è la causa principale del deterioramento anche se, come informano Ispra e Icr, contribuiscono a ridurre lo spessore dei monumenti calcarei anche i fattori climatici responsabili dell’erosione e dell’annerimento. Roma con tutto il suo ricco patrimonio artistico e culturale, forse unico nel resto del mondo, non merita di scomparire per colpa di una politica ambientale inefficace e insostenibile. Godiamoci le proposte di Green Art al MAXXI e gli altri eventi nei centri artistici e multiculturali della città, ma ricordiamoci che il futuro dipende da noi prima che dalla Terra.
[Fonte: Ansa]
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