L’European Environmental Bureau, in collaborazione con Friends of Earth, ha stilato la classifica delle principali città europee analizzando nove statistiche riguardanti l’inquinamento, in merito sia alle emissioni che alle politiche locali per tentare di ridurle, ed indovinate un po’ chi poteva arrivare all’ultimo posto? Una, anzi due, città italiane. Si tratta di Milano (16a) e Roma (17a), le due grandi città più sporche d’Europa.
I criteri secondo i quali le due associazioni hanno provveduto a stilare tale classifica sono:
- le politiche di riduzione delle emissioni, ed il loro relativo successo (solo Milano e Madrid hanno ottenuto la valutazione “doppio -“, cioè praticamente nulle);
- zone a basse emissioni e divieto di ingresso per i mezzi più inquinanti (Milano nella norma – voto 0 – Roma male, voto -);
- appalti pubblici (inutile dirlo, le città italiane ottengono entrambe doppio -, come soltanto Graz);
- strade chiuse alle automobili (sempre doppio meno per entrambe);
- incentivi economici (solo un – per entrambe, ma resta sempre il risultato peggiore d’Europa);
- trasporto pubblico (zero a Milano, come nella media europea, – a Roma);
- promozione del trasporto pubblico (+ per Milano, unico dato positivo, 0 per Roma);
- promozione del trasporto su bicicletta e degli spostamenti a piedi (0 e -)
- partecipazione e trasparenza (- per entrambe, risultato peggiore d’Europa insieme a Dusseldorf).
Considerando quindi tutti questi dati nel complesso, si scopre che la città più attenta a queste tematiche ambientali in Europa è Berlino, la quale però non ottiene il massimo dei voti (A), ma solo una B, e che punta molto sulla trasparenza degli appalti pubblici, sulle basse emissioni e sul trasporto pubblico.
Appena sotto, con punteggio B-, si attestano Copenhagen, Stoccolma, Zurigo e Vienna, quasi sufficiente Amsterdam (C-), mentre sotto la sufficienza troviamo nell’ordine Lione, Glasgow, Graz e Parigi, mentre peggio di tutte, con voto F, troviamo Bruxelles, Londra, Madrid, Stoccarda, Dusseldorf e, peggiori tra i peggiori, come detto, Milano e Roma. Un campanello d’allarme prima di tutto per i politici locali, ma anche per la politica nazionale che molto spesso incide su queste scelte.