Qualche giorno fa vi avevamo riportato la protesta dei giornali cinesi che, nonostante fossero pagati e controllati dal Governo, protestavano perché il Paese era eccessivamente inquinato. Oggi però i dati della NASA ci mostrano come il dramma dell’inquinamento atmosferico stia cominciando a coinvolgere anche il resto del Continente, con alcui Paesi che non ci aspettavamo proprio soffrissero di questi problemi.
Di solito i Paesi mediorientali si immaginano come desertici in cui ci sono pochissime industrie e di conseguenza con poco inquinamento. Le immagini satellitari dell’agenzia spaziale americana hanno però messo in luce che l’aria appena sopra le più importanti città sia inquinata ai livelli delle grandi metropoli Occidentali. Instanbul (Turchia), Teheran (Iran), Islamabad (Pakistan), ed altre grandi città dell’area spiccano con puntini rossi su una distesa di colore chiaro che mostra poco o nessun inquinamento.
Secondo la Nasa il principale responsabile di questa situazione è il diossido di azoto (NO2), proveniente soprattutto dai gas di scarico delle auto, dalle centrali energetiche e dalle fabbriche. Ma non è l’unico agente inquinante. A preoccupare sono anche biossido di zolfo ed altri aerosol. Quando il sole è alto e fa caldo, spiega l’analista NASA, si crea uno strato di ozono al livello del terreno; in inverno invece non si forma tanto ozono, ma il rischio proviene dal particolato fine. Insomma, in qualsiasi periodo dell’anno l’inquinamento dell’aria è eccessivo.
La soluzione che ha trovato la Cina al problema è folle: chiudere le fabbriche inquinanti. Insomma, non si prende nemmeno in considerazione di utilizzare tecnologie a basse emissioni o altre strategie come le targhe alterne o le giornate senza auto. La soluzione adottata recentemente dal sindaco di Pechino è stata chiudere alcune fabbriche e sperare che piova. È incredibile che nel 2013, con la tecnologia e le conoscenze disponibili, la soluzione a tutti i mali sia ancora la danza della pioggia.
[Fonte e foto: Treehugger]