L’ideale sarebbe utilizzare biocombustibili o eliminare i viaggi inutili, ma siccome si sa che questa tecnologia è ancora in fase di sperimentazione, e cancellare alcuni viaggi è pressoché impossibile, per i prossimi anni dovremo continuare a sorbirci navi giganti sospinte da carburanti inquinanti. Il problema è che gli oceani non ne possono più. Le sostanze chimiche che rilasciano queste grandi navi sono in costante aumento, e per questo urge una soluzione. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente un’idea potrebbe essere ridurre la velocità delle navi.
L’ipotesi parte da un dato: negli ultimi 20 anni i trasporti marittimi in Europa sono aumentati del 35%, e con essi anche l’inquinamento che va dal 35 al 55% in più. Senza considerare l’inquinamento dell’aria visto che se i materiali di scarto vengono gettati in mare, i fumi vanno invece nell’atmosfera. Quel che è certo è che non si può bloccare il traffico marino. E allora come fare?
Alcuni composti hanno un effetto di ”raffreddamento” in termini di riscaldamento globale. Abbiamo bisogno di iniziative che proteggano l’ambiente in generale: la scelta fra un’aria pulita o la riduzione della CO2 contro i cambiamenti climatici è una falsa scelta, l’Europa ha bisogno di entrambe
afferma Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell’Aea, la quale propone una soluzione molto semplice: e se riducessimo la velocità? Come accade anche per le auto infatti, per andare più velocemente bisogna consumare più carburante, e consumando più carburante si inquina di più. La soluzione sarebbe dunque stabilire una velocità costante che rappresenti il giusto equilibrio tra velocità ed efficienza. In alternativa basterebbe ridurre la velocità del 10%. Se una nave, ad esempio, viaggia normalmente alle velocità di 10 nodi, basterebbe viaggiare a 9 nodi per arrivare pochi minuti più tardi, ma risparmiare quasi un quinto dell’inquinamento emesso, il 19% per la precisione. Moltiplicato per le migliaia di navi che si spostano ogni giorno per i sette mari fanno un risparmio davvero enorme.
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