L’epidemia di diabete che sta colpendo il mondo Occidentale era spesso associata solo a quella di obesità. È vero che il peso eccessivo ed un’alimentazione sbagliata possono favorire l’insorgere di questa malattia, ma una recente ricerca ha dimostrato che anche l’inquinamento può avere influito fortemente su questo problema. Lo dimostrano i ricercatori dell’Helmholtz Zentrum München di Norimberga, in Germania, dove hanno scoperto che nelle aree più inquinate c’è anche un incremento dell’insulino-resistenza, un precursore del diabete, nei bambini.
Non sarebbe una novità che gli agenti inquinanti possano causare malattie. Già in passato infatti è stata certificata la relazione anche con l’aterosclerosi e le malattie cardiache, oltre alla già nota influenza sul cancro. Il motivo di questa causa-effetto è da ricercare nel fatto che gli agenti atmosferici sono tutti potenti ossidanti, i quali agiscono su lipidi e proteine attraverso l’attivazione di percorsi di ossidanti intracellulari, spiega Joachim Heinrich, uno dei ricercatori.
Tutto questo fenomeno è meglio noto come stress ossidativo che di fatto avviene respirando inquinamento che provoca l’insulino-resistenza. Questo fenomeno è particolarmente efficace nei bambini che hanno delle difese immunitarie più deboli, e probabilmente anche perché passano più tempo degli adulti all’aria aperta. A conferma di questa tesi c’è anche un altro studio che ha dimostrato come l’esposizione a lungo termine al particolato e biossido di azoto (NO2) possa portare ad un’elevata probabilità di notare i biomarcatori delle infiammazioni, altri precursori dell’insulino-resistenza.
Ai fini dello studio sono stati seguiti quasi 400 bambini per 10 anni in Germania. Divisi in gruppi, a seconda del tasso di inquinamento a cui venivano esposti (le variabili erano la densità del quartiere in cui vivevano, il traffico, l’utilizzo del suolo, ecc.), e sono stati considerati anche altri dettagli non trascurabili come il peso alla nascita o l’esposizione al fumo passivo in casa. La conclusione è stata quella enunciata all’inizio dell’articolo: quelli che vivevano in aree più trafficate hanno mostrato un tasso maggiore di insulino-resistenza di quelli che erano meno esposti all’inquinamento. La resistenza aumentava del 17% ogni 10,6 microgrammi di NO2 per metro cubo. In termini più semplici l’insulino-resistenza diminuiva del 7% ogni 500 metri di allontanamento dalla strada principale.Questo non significa che chi abita su una strada molto trafficata debba per forza sviluppare il diabete, ma l’esposizione durante l’infanzia potrebbe semplicemente aumentarne le probabilità.
[Fonte: Sciencedaily]
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lorenzo 16 Maggio 2013 il 12:18 am
Behh io ho appena lasciato un commento sul mio Blog con link a questo post… anche per ringranziare pubblicamente i visitatori del blog… grazie ragazzi!
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