Arrivano segnali positivi ed altri negativi dall’ultimo rapporto stilato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), pubblicato con il nome di 2012 World Energy Outlook Report. Secondo quanto riporta l’agenzia, nel 2012 non siamo riusciti ad evitare l’incremento di CO2 emessa nell’atmosfera. I segnali positivi però sono prima di tutto che, rispetto agli anni precedenti, c’è stato un rallentamento, e poi che gli sforzi per combattere il riscaldamento globale cominciano a dare i propri frutti.
Ma cominciamo con i freddi numeri. L’incremento della CO2 nell’atmosfera nel 2012 è stato dell’1,4%, per un totale di circa 31 miliardi e mezzo di tonnellate. Si tratta del secondo incremento più piccolo degli ultimi 10 anni, dopo il record del 2009 quando si registrò l’unico calo della storia recente legato alla recessione economica. Una delle buone notizie è che lo scenario tratteggiato nel 2010 per ora va rivisto al ribasso visto che le emissioni rispetto alle previsioni sono diminuite.
L’aspetto sorprendente è che gli Stati Uniti, da sempre incuranti del loro modo di vivere, si sono dati una regolata e nel 2012 hanno registrato una riduzione della CO2 emessa. Poco, circa 200 milioni di tonnellate, ma il dato è significativo. L’ultima volta che si sono registrati numeri del genere eravamo nel 1990. Anche l’Unione Europea ha fatto la sua parte, riducendo di 50 milioni di tonnellate l’anidride carbonica emessa. Purtroppo a fare da contraltare sono i cinesi che hanno incrementato le proprie emissioni di 300 milioni di tonnellate. Anche in questo caso però c’è da dire che, rispetto al passato, l’incremento è ridotto. Per la precisione sarebbe il più piccolo dell’ultimo decennio.
Ma la vera buona notizia è che anche i Paesi più inquinanti hanno deciso di porre un freno alle emissioni. Abbiamo già riferito dell’accordo tra Stati Uniti e Cina sugli idrofluorocarburi, ma ora pare che proprio i cinesi per la prima volta stiano pensando di inserire una tassa sull’inquinamento, la quale si aggiungerebbe ad un graduale abbandono dell’energia proveniente dal carbone, per virare verso altre fonti, molte delle quali rinnovabili.
Grazie a questi dati, l’IPCC può rivedere le proprie previsioni sulle stime di incremento della temperatura globale. Al momento lo scenario più probabile è il cosiddetto “A2”, quello che prevede un incremento entro la fine del secolo di 3-4 gradi. Non il peggiore, ma nemmeno positivo visto che la soglia di pericolo è fissata sui 2 gradi. Se però continuassimo con incrementi così lenti, magari intervallati ad annate in cui le emissioni fossero ridotte, si potrebbe passare ad uno scenario in cui l’incremento delle temperature si attesterebbe tra i 2 ed i 3 gradi, in cui le catastrofi ambientali sarebbero molto più controllabili.
[Fonte: the Guardian]
Photo Credits | Getty Images
Noel 1 Marzo 2017 il 12:55 am
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