La riduzione dell’inquinamento è diventata la priorità per la maggior parte delle organizzazioni e dei Governi mondiali, e così non poteva mancare l’apporto di uno dei settori a più alto tasso di emissioni di CO2, quello aereo. Nell’attesa di poter testare finalmente i velivoli puliti, come quelli solari in fase di sperimentazione in questi ultimi tempi, oppure quelli alimentati da biocombustibile, l’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile ha stabilito nuove norme a cui tutte le compagnie aeree dovranno adeguarsi.
L’aspetto più importante è che si punta alla riduzione delle emissioni di CO2, la quale mira a dimezzarsi entro il 2050 rispetto ai dati del 2005. Per raggiungere tale obiettivo, i responsabili del settore hanno deciso di puntare principalmente sull’efficienza dei carburanti che devono migliorare le loro prestazioni dell’1,5% all’anno fino al 2020, per poi tentare lo sprint finale negli ultimi 30 anni.
Gli ultimi 18 anni sono stati dal punto di vista finanziario i peggiori nella moderna storia dell’aviazione. Ma persino in questi tempi difficili, le risorse destinate alla difesa dell’ambiente non sono state tagliate. Nei prossimi 10 anni, l’industria spenderà 1.300 miliardi di dollari per 12.000 nuovi aerei. Ciascuno di essi sarà del 20-25% più efficiente rispetto alle macchine precedenti
ha spiegato il direttore generale di Iata (Associazione Trasporti Aerei) Giovanni Bisignani, il quale ha commentato in una nota le iniziative che verranno prese nella riunione di settore che si terrà a Montreal dal 28 settembre prossimo. Grazie ai progressi dei biocarburanti degli ultimi anni, sono cinque le compagnie aeree che li hanno già testati in volo, ed altre prove sono previste entro la fine dell’anno. L’impegno è previsto anche per presentare dati concreti alla riunione di Cancun del novembre e dicembre prossimo, in cui l’industria chiederà il supporto dei Governi per facilitare la transizione verso un trasporto aereo più pulito.
Questa iniziativa servirà anche per rilanciare sul mercato quei Paesi in via di sviluppo che al momento sono in un certo senso “tagliati fuori”. I biocarburanti saranno l’opportunità per una diversificazione delle compagnie e per uno sviluppo più sostenibile del settore, il quale ha già trovato l’appoggio di 22 Paesi latino-americani a cui si aggiungeranno a breve anche alcuni Stati africani.
Fonte: [Iata]
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