Anche se negli ultimi anni l’inquinamento mondiale è mediamente diminuito, ancora sono troppi i decessi che sono direttamente collegabili a questo fenomeno. Lo affermano gli esperti dell’NRDC che hanno redatto un rapporto disarmante: in tutto il mondo ogni anno muoiono 3,2 milioni di persone a causa dell’aria irrespirabile. Gli effetti più evidenti si hanno nelle città dove la fuliggine ed il particolato sono dei killer sempre più diffusi.
La situazione peggiore è ovviamente in Asia dove le principali metropoli sono letteralmente strozzate dallo smog. Nelle più grandi città asiatiche, secondo una recente ricerca pubblicata su Lancet, l’inquinamento è la quarta causa di decesso più diffusa, mentre negli Stati Uniti ed in Europa è sceso all’ottavo posto. Da noi i problemi sono altri come il fumo e l’obesità.
La fuliggine è molto sottile – così piccola che si deposita in profondità all’interno dei polmoni e da lì entra nel flusso sanguigno – e contribuisce alla maggior parte dei problemi della salute pubblica, ivi compresa la mortalità. I gas dei diesel, che sono una sostanza cancerogena, sono un grosso problema, perché si concentrano nelle città lungo i corridoi di trasporto che incidono sulle aree densamente popolate. Si pensa possano contribuire a metà delle morti premature dovute all’inquinamento atmosferico nei centri urbani. Per esempio una persona su sei negli Stati Uniti vive nei pressi di un punto inquinato dal diesel come un cantiere ferroviario, terminal portuale o autostrada
scrivono gli autori dello studio. Se calcoliamo che sono centinaia di milioni, forse miliardi, le persone che vivono in luoghi con livelli così alti di inquinamento, ecco che abbiamo un’idea di quanto è pericoloso quello che stiamo facendo al pianeta, e di conseguenza a noi stessi. Sì perché se non si tratta di morte, l’alternativa spesso è l’asma, il cancro, o altre malattie respiratorie.
[Fonte: Treehugger]
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