Sale sempre più il bilancio delle vittime per la tempesta tropicale che si è abbattuta sulle Filippine tra il pomeriggio e la notte di venerdì. Le inondazioni hanno provocato la morte di 653 tra uomini, donne e soprattutto bambini. Secondo le più recenti stime della Croce Rossa sono 808 le persone ancora disperse. I centri più colpiti dal tifone sono quelli del meridione e dell’isola di Mindanao, una delle più povere dell’arcipelago, in cui le città Cagayan de Oro e Lligan hanno registrato il maggior numero di vittime e dispersi.
Il tifone Washi è stato improvviso e da subito devastante: nel giro di poche ore i livelli dell’acqua hanno raggiunto i tre metri inondando abitazioni in muratura, baracche di legno e strade; si stima che la pioggia caduta in poche ore si sarebbe registrata in mesi. Il presidente Benigno Aquino ha disposto immediatamente l’apertura di dieci centri d’accoglienza per i senzatetto che sono stimati in 35.000, nel frattempo intere zone di Mindanao rimanevano senza elettricità e saltavano i collegamenti aerei e navali.
Nei mesi scorsi la Thailandia e le aree limitrofe erano state teatro di diverse alluvioni che nel solo mese di ottobre hanno causato la morte di centinaia di persone, e soprattutto bambini. perché, come aveva spiegato Michael Linna, direttore dell’Alliance for Safe Children nei mesi scorsi
Il 75% dei bambini in Asia non sa nuotare.
e per questo tra le vittime la maggior parte sono stati, e sono oggi, i bambini. A questo si aggiungono i livelli di estrema povertà degli abitanti abituati a vivere in case di legno, più vulnerabili alla violenza del tifone che ha raggiunto i 90km orari. Proseguono le ricerche dei dispersi e dei cadaveri sotto le macerie. Necessario è stato l’intervento di 20.000 unità ell’esercito, mentre la Croce Rossa chiede l’intervento estero per far fronte all’emergenza sanitaria.
[Fonti: Adnkronos; Il Corriere della Sera; Euronews]