In Italia un’altra casa è possibile fermando il consumo di suolo ed avendo un approccio più attento e moderno sia all’innovazione tecnologica, sia a quella energetica.
E’ questo, in estrema sintesi, uno dei messaggi importanti che Legambiente nei giorni scorsi ha lanciato con un dossier nel quale, tra l’altro, si mette in evidenza come pensando a nuove politiche e nuove idee per i centri urbani sia possibile uscire dalla crisi economica partendo dal recupero del nostro patrimonio edilizio al fine di dare adeguate risposte ad una domanda abitativa che a causa della pessima congiuntura degli ultimi tre anni è sempre più crescente.
Nel rapporto Legambiente fa il punto sulla situazione di mercato in Italia per quel che riguarda l’immobiliare, caratterizzato negli ultimi 15 anni dalla realizzazione di ben 4 milioni di abitazioni a fronte però di un milione di case che nei grandi centri urbani sono clamorosamente vuote in quanto inaccessibili a buona parte delle famiglie che nel frattempo in questi anni hanno perso potere d’acquisto e capacità di spesa e di risparmio. E così un quarto di famiglie italiane vive in affitto nonostante milioni di case vuote i cui prezzi di vendita sono stellari.
Come diretta conseguenza il settore delle costruzioni nel nostro Paese vive una profonda crisi dalla quale è possibile uscirne puntando proprio sull’innovazione energetica che secondo l’associazione ambientalista non può più rappresentare un tema rinviabile specie se si considera che un direttiva europea in materia di risparmio energetico degli edifici impone che dal 2021 tutti i nuovi interventi da parte sia dei soggetti privati, sia dei soggetti pubblici, dovranno essere caratterizzati sia da consumi, sia da emissioni in prossimità dello zero.
E’ tempo quindi di una svolta per Legambiente per non trovarci impreparati ad un appuntamento che può fungere da spinta, da incentivo per migliorare nel comparto delle costruzioni le competenze ma anche le prestazioni degli edifici.